Si “nascondeva” a Riccione il sedicenne tunisino in fuga e catturato ieri: è accusato di essere uno dei nove membri della baby-gang che ha terrorizzato Ravenna. Fra le accuse anche il “tentato omicidio”

Era riuscito a sfuggire alla cattura lo scorso 25 luglio, quando i carabinieri avevano smantellato quasi per intero una banda di minorenni tunisini accusata di una lunga serie di reati violenti nella provincia di Ravenna. Ma la sua latitanza si è interrotta lo scorso week-end a Riccione (leggi qui), dove il ragazzo – appena 16 anni – aveva evidentemente trovato rifugio. Alla fine, però, è stato individuato e fermato dai militari dell’Arma.

Il ragazzino, ritenuto ottavo componente del gruppo, è stato subito trasferito a Bologna, dove si trova ora in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Le accuse a suo carico, come per gli altri membri della baby-gang, sono gravissime: tentato omicidio, minacce, furti, rapine, resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi e strumenti atti a offendere, fino all’associazione per delinquere.

Il gruppo, composto secondo gli inquirenti da nove ragazzi, era stato collocato in diversi CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) del Ravennate, tra cui quello di Santa Maria in Fabriago, chiuso nei mesi scorsi proprio per le gravi criticità comportamentali dei minori ospitati. Fin dai primi mesi, infatti, i giovani si sarebbero resi protagonisti di ripetute violazioni delle più basilari norme di convivenza civile.

Tra gli episodi più gravi che la Procura dei Minorenni contesta alla gang, spiccano l’accoltellamento in piazza Duomo del 15 luglio e un tentato omicidio con un machete nei pressi della stazione di Alfonsine.

Con l’arresto del 16enne che si nascondeva a Riccione, sono ora otto su nove i componenti identificati e fermati. Resta ancora irreperibile un ultimo ragazzo, anche lui tunisino, su cui sono in corso le ricerche.

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