C’è luce oltre i missili? Il mondo è entrato in un video gioco. Ma non è un gioco. … di Sergio Pizzolante

E’ guerra, continua, e non più a “pezzettini”.
Da oltre due anni noi, dai nostri salotti, commentiamo guerre.
Per secoli le guerre hanno regolato la vita degli uomini, delle tribù. Azioni, reazioni, conquiste, rese, riconquiste, dominazioni, liberazioni, eccidi, eroismi.
Nei secoli dei secoli. Sempre. Quasi.
L’uomo è questo. Non è buono per natura, può diventarlo per cultura.
Noi, nati negli anni 50 e 60 non ci stiamo capendo molto.
Perché abbiamo vissuto nel privilegio della pace che però ci hanno regalato quelli che hanno fatto la guerra. Le guerre.
Una pace che è durata pochi decenni. I nostri.
Ma se saliamo un po’ su, su una torretta della storia, vedremo un punto bianco limitato di luce non dato dal fuoco delle armi, negli ultimi secoli: il nostro, trenta quaranta anni in tutto. Niente.
L’uomo non è buono, fa le guerre. Da sempre.
L’uomo può essere migliore. Ma ci vuole fatica, lavoro, studio, impegno.
Noi viviamo, da un po’, nell’epoca del disimpegno. Quindi delle guerre.
Abbiamo ripudiato la politica democratica con i partiti( può essere democratica solo con i partiti democratici…)come sporca e cattiva e la politica si è ripresentata con altri mezzi: la guerra. E’ sempre stato così. E’ sempre stata questa la regola. Noi siamo stati l’eccezione.
Per merito ricevuto.
Ma ci siamo stancati. Annoiati. Uffa!
Caduto il Muro di Berlino abbiamo pensato che potevamo banchettare.
Fine della storia. Fine della politica. Via i partiti. Avanti i capi, i partiti personali. Botte ai parlamenti. Uno vale uno. La politica, le leadership costruite solo per chi ha i soldi. Solo con i soldi. Tutti che facevano un partito per il nostro bene: buffoni, direbbe Gaber.
Da Trump ad Orban a Putin a Netanyahu sino, scendendo nella nostra miseria, ai Di Pietro, per poi arrivare ai Grillo, ai Salvini e ai Conte.
Al governo delle procure.
E’ il populismo bellezza.
E’ l’orgoglio dell’ignoranza, dell’uno vale uno, che ti porta all’uno vale tutti. Sino alle guerre.
C’è luce oltre i bagliori dei missili?
Se guardo i talk italiani direi di no. No.
Li l’ignoranza fa a gara con la stupidità.
Le Berlinguer, le Gruber, gli Orsini, i Cacciari pure, dicono che l’attacco iraniano è stato un video gioco.
Gli iraniani sono stati gentili, fra l’impiccagione di una ragazza e un’altra, ci hanno avvisato, una dimostrazione scenografica, una fiera di paese.
Imbecillità.
Senza altri missili i missili avrebbero spazzato via mezzo Israele.
C’è luce?
La vedo. Un po’.
L’Arabia Saudita, altri Paesi arabi, la Giordania, hanno capito, più che mai, che l’Iran, una teocrazia feroce, sostenuta da autocrazie spregiudicate, la Russia, sono una minaccia anche per loro. Che sono autocrazie pragmatiche, con nessuna intenzione di essere invase dal virus dell’estremismo religioso.
Fra un po’ di mesi con l’atomica al collo.
Israele e’ sostenuto dall’Occidente, come deve essere, ma non nei suoi eccessi autodistruttivi.
E per fortuna Israele è una democrazia e Netanyahu può essere mandato via.
L’Europa se non capisce adesso che deve unirsi e armarsi di politica e di armi per difendersi e’ finita. Credo che non finirà.
L’ America.
Credo, spero, che di fronte al disastro di Biden che ritirandosi dall’Afganistan, consegnando le ragazze afghane ai talebani, ha dato la stura al peggio dell’uomo e del mondo, sappia rinsavire.
Per riprendersi il suo posto nel mondo.
L’unico modo per salvarci da Trump e trovare una alternativa a Biden.
Succederà? Non lo so.
So che molto dipende da questo.
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