Uno schema ben congegnato, apparentemente semplice ma sufficiente a ingannare la macchina dei contributi pubblici: è così che un rivenditore di biciclette del Cesenate e ben 60 suoi clienti sono finiti al centro di un’indagine della Guardia di Finanza. L’accusa è pesante: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Secondo quanto ricostruito dagli uomini del Comando Provinciale di Forlì-Cesena, su delega della Procura della Repubblica, la truffa ruotava attorno agli incentivi regionali destinati all’acquisto di biciclette elettriche e cargo bike a pedalata assistita. Il contributo, previsto dalla Regione Emilia-Romagna per promuovere la mobilità sostenibile e ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti quotidiani, variava da 500 a 700 euro a seconda dei requisiti, con una maggiorazione riservata ai residenti nei comuni colpiti dall’alluvione del maggio 2023.
Ma l’agevolazione, che avrebbe dovuto sostenere famiglie e cittadini virtuosi, si è trasformata – in almeno 26 nuclei familiari – in un’occasione per fare illeciti. Il trucco, emerso dalle indagini condotte dal Gruppo di Cesena, era quello di suddividere il costo di una sola bicicletta elettrica in più fatture intestate ai diversi membri dello stesso nucleo. Un artificio contabile che ha consentito ai clienti di incassare più di un incentivo pubblico per un solo acquisto.
Un’operazione che, oltre a danneggiare i fondi regionali con un ammanco di circa 42 mila euro, ha permesso al rivenditore coinvolto di ottenere un vantaggio competitivo sul mercato, potendo offrire condizioni economiche più favorevoli rispetto alla concorrenza.
La notifica dei 61 avvisi di conclusione delle indagini preliminari segna ora un passaggio chiave del procedimento. Come noto, questi atti preannunciano la possibilità di una richiesta di rinvio a giudizio, salvo decisioni diverse da parte del pubblico ministero.
Va precisato che, a seguito delle contestazioni, molti degli indagati hanno già provveduto a restituire le somme percepite illecitamente. Tuttavia, per la Guardia di Finanza, l’intervento rappresenta un’azione necessaria per garantire la corretta destinazione delle risorse pubbliche e il rispetto delle regole che tutelano l’equità nei benefici regionali.
In una fase storica in cui ogni euro investito nella sostenibilità conta, episodi come questo mettono in discussione l’efficacia dei controlli a monte e impongono una riflessione più ampia sul sistema degli incentivi pubblici. A Cesena, intanto, la vicenda delle e-bike rischia di lasciare più di un segno – non solo sulle strade, ma anche nei tribunali.