Cesena, 22 set. “L’auspicio è che ci sia a Cesena anche chi ragiona seriamente. Chi, ascoltando le falsità diffuse dal Comitato per la Palestina e di altri fiancheggiatori, riportate dalla stampa, si accorga che sciopero e manifestazione odierni servono solo a sostenere il gruppo terroristico Hamas e il fondamentalismo islamico in espansione. Null’altro. Ormai è arciprovato che non c’è alcun genocidio nei confronti della popolazione gazawi, che il conflitto è partito dall’eccidio di ebrei provocato da Hamas il 7 ottobre 2023, che Hamas dopo due anni non rilascia neppure i cadaveri degli ostaggi ancora nelle sue mani, che Hamas non depone le armi e anzi minaccia altri ‘7 ottobre’, che nel suo statuto campeggia come obiettivo la cancellazione di Israele e del suo popolo, che è Hamas ad aver usato come scudi i gazawi dopo averli derubati, in un ventennio di dominio su Gaza, delle decine di miliardi di dollari regalati da paesi e istituzioni estere. Il vero problema con cui fa i conti il Comitato per la Palestina è la realtà. È vero che le bugie ripetute mille volte diventano verità, ma qui le bugie sono talmente grosse che basta fermarsi a pensare per capire la malafede”.
Così in una nota la Lega, sezione di Cesena, che stigmatizza gli atti di violenza, guerriglia e distruzione provocati dai manifestanti a Milano e a Bologna.
“Basta confrontare il trattamento pieno di pregiudizi riservati alla democrazia israeliana dalla sinistra, tanto da metterne in discussione perfino l’esistenza, e la noncuranza della stessa sinistra di fronte a scenari e fatti enormemente più gravi. Una sinistra che torna al passato perché non vede futuro. In realtà gli slogan di oggi ‘per la Palestina’ sono gli stessi che si urlavano nelle piazze comuniste dei famigerati anni ’70, slogan anti-Israele e anti-Usa, in quanto democrazie occidentali, slogan anticapitalisti e antimperialisti dettati da Mosca, oggi trasformati in ideologia woke. Cosa significa dunque ‘Palestina libera’, forse la scomparsa di Israele e degli ebrei in una ‘soluzione finale’ che non è riuscita al nazifascismo e oggi la sinistra vuole replicare? Via, siamo seri: utilizzare uno strumento importante come lo sciopero per motivi esclusivamente ideologici significa privarlo di credibilità. Auspichiamo comunque, e ci sarà modo di accertarsene, che ai dipendenti pubblici eventualmente aderenti allo sciopero sia effettuata la consueta trattenuta retributiva: non vorremmo che fossero i contribuenti italiani a doversene sobbarcare gli oneri per fare un piacere a una sinistra disunita su tutto tranne che nell’odio per Israele e per l’Occidente. Per finire il ‘corteo di auto e moto’ a Cesena: la comica finale dei pro-Palestina che si fanno gioco dei diktat verdisti/ambientalisti”.