”Come è possibile che un sacerdote cattolico appartenente alla diocesi di San Marino – Montefeltro possa diffondere pubblicamente un messaggio che minimizza la violenza di genere e umilia le vittime?” … di Associazione Femministe Cattoliche

Riceviamo e pubblichiamo

Indignazione per le parole di don Ariel Levi di Gualdo: il silenzio non è più accettabile

Apprendiamo con sgomento le affermazioni pubblicate da don Ariel Levi di Gualdo sul blog L’Isola di Patmos, relative a un gravissimo caso di violenza sessuale su una minorenne.

In questo testo, che richiama e legittima la retorica dello stupro colposo e della colpevolizzazione della vittima, leggiamo parole inaccettabili e lesive della dignità delle donne. Si tratta di una narrazione che, ancora una volta, sposta la responsabilità dall’aggressore alla ragazza stuprata, insinuando che la violenza sessuale sia in qualche modo “conseguenza” del suo comportamento.

 Chiediamo: come è possibile che un sacerdote cattolico appartenente alla diocesi di San Marino – Montefeltro, investito di un ruolo educativo e spirituale, possa diffondere pubblicamente un messaggio che minimizza la violenza di genere e umilia le vittime?

Non è solo questione di opinioni: qui si legittima un discorso che alimenta la cultura dello stupro, che trasforma l’aggressione subita da una ragazza di 17 anni in occasione per giudicare la sua vita, la sua famiglia e perfino il dolore di altre vittime, come la famiglia di Giulia Cecchettin, trascinata in un parallelo offensivo e ingiustificabile.

A tutto questo si aggiunge un linguaggio che utilizza la nazionalità degli aggressori in maniera stigmatizzante, contribuendo ad alimentare pregiudizi e razzismo invece che denunciare con chiarezza la violenza per quello che è: un crimine inaccettabile, sempre, ovunque e da parte di chiunque.

Ricordiamo che:

·       La violenza sessuale non ha giustificazioni.

·       Nessuna donna, nessuna ragazza “se l’è cercata”.

·       Le istituzioni religiose dovrebbero essere in prima linea nella difesa della dignità umana, non nel perpetuare stereotipi maschilisti e discriminatori.

Per questo chiediamo spiegazioni immediate:

·       alla diocesi di San Marino – Montefeltro perché chiarisca se tali dichiarazioni siano compatibili con il ministero sacerdotale;

·       alla Conferenza Episcopale Italiana, perché si pronunci su una vicenda che offende non solo le donne, ma l’intera comunità credente;

·       alla Santa Sede, perché ponga un limite a questo uso irresponsabile e dannoso della parola sacerdotale.

Il femminismo, da decenni, lotta per spezzare il circolo vizioso della cultura patriarcale che giustifica la violenza sulle donne. Ogni dichiarazione come questa, soprattutto se pronunciata da chi indossa un abito talare, è un passo indietro che non possiamo tollerare.

Non resteremo in silenzio.

Associazione Femministe Cattoliche

Link all’articolo: https://isoladipatmos.com/diciassetti-anni-ubriaca-e-drogata-violentata-alle-quattro-di-notte-tutta-colpa-del-patriarcato/