La bandiera bianco-azzurra in cima al mondo!
Grazie all’impresa dei fratelli Pazzaglia, la bandiera del Paese più piccolo del mondo ha sventolato sulla vetta più alta.
Berardi: “Sono molto provati, ma hanno compiuto un’impresa eccezionale”
A 56 anni dalla conquista dell’Everest, ad opera di Sir Edmund Hillary e dello sherpa Tenzing Norgay, anche due sammarinesi, i fratelli Antonio e Roberto Pazzaglia sono riusciti nell’impresa portando la bandiera del più piccolo Stato del mondo in cima alla vetta più alta.
“Sono molto compiaciuto di questo risultato”, ha detto il Segretario di Stato per lo Sport, Fabio Berardi. “Ho avuto il piacere di patrocinare l’impresa che oggi penso riempia di orgoglio tutti gli sportivi e tutti i sammarinesi”.
Al rientro degli scalatori, ancora sotto cure mediche, Berardi si è subito messo in contato con Antonio Pazzaglia. “Sono molto provati per il congelamento e il calo di peso – ha riferito -. Ma appena si riprenderanno entrambi, saranno ricevuti in udienza dalla Reggenza per la consegna simbolica della bandiera bianco-azzurra che ha sventolato in cima al mondo”.
“Il fascino dell’impresa – ha commentato il Segretario di Stato Fabio Berardi – credo risieda nella sfida coi propri limiti fisici e mentali da superare. Immagino le condizioni morfologiche impossibili che i due alpinisti hanno dovuto fronteggiare: altitudine, rarefazione dell’aria, freddo, fatica. Ci vuole una preparazione ottima per farlo, un equipaggiamento adeguato, e bisogna essere pronti ad affrontare qualsiasi imprevisto”.
I fratelli Pazzaglia si sono allenati per 18 mesi.
Secondo l’ultima misurazione fatta nel 2005 dalla Cina, la quota effettiva dell’Everest è di 8.844,43 m., escluso lo strato di ghiaccio. Scalare una cima di tale altitudine, comporta affrontare notevoli difficoltà: oltre a blocchi di ghiaccio mobili, crepacci, salti di roccia, e possibili valanghe, dopo i 7.000 metri si entra nella cosiddetta death zone (zona della morte), dove la rarefazione dell’ossigeno provoca ipossia. Da li in poi si hanno al massimo due/tre giorni per raggiungere la cima. Se non si riesce, per imprevisti vari, come condizioni meteorologiche avverse, bisogna comunque tornare al campo base.
I fratelli Pazzaglia ce l’hanno fatta.
comunicato stampa Segreteria Turismo