La vergogna dei tre decreti fatti da Confuorti ed approvati dal CCR prima e da Adesso.sm poi. Ecco cosa scrive Morsiani nel j’accuse a tutta la classe dirigente di Adesso.sm
LEGGIAMO CHE COSA SCRIVE IL COMMISSARIO DELLA LEGGE MORSIANI SU QUESTI TRE DECRETI:
”A titolo esemplificativo del grado di interazione, va considerato il messaggio del 07.07.2017, nel quale SIOTTO e Mirella Sommella discutono di aggiustamenti normativi necessari a compiere non meglio specificate operazioni; a riscontro, un messaggio proveniente dall’indirizzo *@adfinancial.net indica espressamente: ‘‘Questo invece è il secondo decreto per le misure urgenti a supporto del sistema. Con osservazioni e proposte di modifica. Al terzo, quello più problematico, perché proprio relativo a operazione Asset-Carisp ci stanno lavorando i miei tecnici ed entro stanotte spero di avere qualche proposta concreta da mettere a disposizione per il CCR di domani e non appena le avrò ve le girerò.”
Premessa la necessità di ulteriori verifiche tramite l’adozione di adeguati riscontri – e fermo restando quanto di seguito più approfonditamente vagliato nel par.9 – va detto che il messaggio si presta a differenti letture, dal momento che la sua cronologia non è univoca, cioè nella vera e propria iniziativa dell’elaborazione di un testo normativo od in una fase di revisione successiva, appare che terzi siano coinvolti nella elaborazioni di disposizioni normative da adottarsi nella Repubblica di San Marino (peraltro, cronologia e contenuti indicherebbero trattarsi del ”pacchetto normativo” introdotto con i decreti nn.78, 79, 80 del luglio 2017, provvedimenti particolarmente sensibili per l’impatto sul sistema bancario, previdenziale e tributario). Ancor meno esplicito il riferimento nella mail dell’11.06.2017, nella quale è scritto: ”Arrivato [dal Segretario] lo vuole condividere oggi con la sua maggioranza non mi sembra adeguato farlo oggi!”.
Appare dunque che attraverso una strumentalizzazione di canali istituzionali cui può accedere (legittimamente) la Direzione di Savorelli, si verifichino in concreto tentativi di ingerire sulla conduzione del confronto politico riguardante non solo la gestione di Banca Centrale ma più in generale nell’impostazione di provvedimenti legislativi funzionali ad operazioni attuate sul sistema sammarinese. La centralità di tali provvedimenti emerge, peraltro anche in considerazione del fatto che la loro elaborazione (o rielaborazione, come nel caso del d.l. 87 del 2017), stimola un confronto istituzionale che, come documentato agli atti, vede in successione anche l’attivo confronto tra le Segreterie competenti e parti qualificate (come i referenti del sistema previdenziale): anche quando tale ulteriore confronto rientra quindi nei binari istituzionali, esso rischia, tuttavia, in determinati casi, di amplificare ulteriormente, seppur inconsapevolmente, il possibile effetto di originali ”impulsi” esterni.”
estratto dell’ordinanza del cd. procedimento Titoli a firma del Commissario Simon Pietro Morsiani.
Leggiamo proprio in quel periodo cosa scrivono quelli di DIM – Democrazia in movimento:
”Le buone tradizioni non si abbandonano mai. E infatti anche questo Governo, esattamente come i Governi precedenti, concentra alcuni dei provvedimenti più ostici nei mesi estivi quando, complice la calura e la voglia di vacanze, la soglia di attenzione della popolazione è molto più bassa e quindi è più facile portare i provvedimenti più pruriginosi. Per i tre decreti-morte 78-79-80 si è scelta addirittura una domenica sera, tanto per essere sicuri. Ma alla fine, nonostante tutto, la popolazione si è fatta sentire manifestando sul Pianello durante l’ultima seduta del Consiglio.
Una bella terna di decreti insomma: il primo per dire che le banche che assorbono altre banche hanno diritto a nuovo credito di imposta, quindi nuovi sgravi fiscali e mancate entrate per lo Stato; il secondo per dire che le banche possono richiedere di convertire il credito di imposta in debito pubblico sui cui noi cittadini pagheremo interessi annui, il terzo per stabilire le modalità di fusione Asset-Carisp.
I decreti 78 e 80 sono stati ratificati durante l’ultima seduta del Consiglio.
I consiglieri della coalizione DIM, quindi i Consiglieri di RETE e MDSI si sono rifiutati di partecipare alla votazione dei decreti e come segno di protesta sono usciti da Palazzo Pubblico.
Perché? Perché partecipare alla votazione per noi significava dare legittimità a provvedimenti che non hanno nulla di democratico, se non l’apparenza. ProvvedimentI che non sono a sostegno dei risparmiatori e del paese, ma a sostegno del portafoglio di alcuni banchieri.
Il decreto 78 stabilisce che se una banca si fa carico e acquisisce attività e passività di un’altra banca in dissesto finanziario, ha diritto ad accedere ai benefici, sgravi fiscali (sgravi su igr, ritenute, imposte di registro, ecc) Insomma un altro tipo di credito di imposta.
Ma come? Prima tutta la maggioranza indica il credito di imposta come il male assoluto, male a cui – bontà loro – pongono rimedio indebitando il paese, e poi cosa fanno? Un decreto per accordare un nuovo tipo credito di imposta?
Decreto 80 invece, tratta le disposizioni per la cessione in blocco di attivi e passavi di Asset Banca a Cassa di Risparmio.
In pratica un decreto che delinea le modalità e le condizioni attraverso cui i conti di Asset e le passività vengono trasferiti dentro Cassa di Risparmio. Particolare anche la modalità di adozione di questo decreto che fa parte della terna dei tre decreti morte emanati domenica 9 luglio, ma questo relativo all’incorporazione di Asset in Carisp è stato emanato addirittura prima che l’incorporazione di Asset in Carisp fosse votata dall’assemblea dei soci di Cassa di Risparmio! Uno spettacolo! Cioè prima ancora dell’assemblea dei soci Carisp avesse dato il via libera all’incorporazione, il Governo aveva già emanato il decreto!
Ma sì, in fondo chissenefrega delle votazioni, chissenefrega di questi organi. Perchè utilizzare metodi democratici quando il governo può decidere tutto? Anzi, quando Banca Centrale può decidere tutto!
L’altro decreto, il 79, il cosiddetto decreto Grandoni, è stato ritirato in vista della manifestazione, e poi è stato nuovamente emanato il 21 luglio, quindi è diventato il numero 87. Cambia il numero ma non cambia la sostanza. Le banche che negli anni hanno beneficiato del credito di imposta possono chiedere di convertirlo in titoli di debito pubblico.”