Confindustria Dispositivi Medici: in Emilia-Romagna l’80% dei prodotti messi a gara non è stata ordinata

IN EMILIA ROMAGNA GARE PER LE FORNITURE DI AUSILI A DISABILI E PAZIENTI CRONICI NON CORRISPONDENTI AI REALI BISOGNI

 Elena Menichini, Presidente Ausili di Confindustria DM: «Ci auguriamo che la Regione intervenga per superare queste criticità cogliendo la sfida e seguendo un approccio condiviso che metta la persona al centro»

Roma, 17 aprile 2025 –Da un’analisi fatta da Confindustria Dispositivi Medici sui quantitativi di ausili complessi oggetto di gara per il periodo 2020-2023 e quelli effettivamente richiesti dalla Regione Emilia-Romagna, emerge che in media l’80% dei prodotti messi a gara non è stata ordinata perché non corrispondente ai reali fabbisogni dei pazienti. Una situazione superabile attivando un confronto con la Regione che tenga conto delle competenze dell’industria e delle necessità del cittadino in un approccio olistico e collaborativo, che metta al centro la salute del singolo e l’accesso alle migliori tecnologie possibili e sostenibili.

L’indagine ha riguardato in particolare le gare per l’approvvigionamento di carrozzine, seggioloni, tricicli modulari, passeggini riducibili e componenti di propulsione ovvero di ausili che consentono a persone con gravi disabilità e pazienti cronici un supporto fondamentale per la mobilità e l’autonomia, quindi funzionali alla loro partecipazione sociale, al miglioramento della qualità di vita della persona e del nucleo familiare o sociale complessivamente coinvolto.

Delle 9.741 carrozzine leggere messe a gara dalla Regione, solo 2.973 sono state effettivamente ordinate e fornite dalle aziende aggiudicatarie. Ciò vuol dire che quasi il 70% dei prodotti non sono stati poi effettivamente richiesti perché non adatti alle esigenze dei pazienti. Nel caso dei passeggini riducibili, di 264 ausili messi a gara ne sono stati acquisiti solo 9. Per gli uniciclo la richiesta effettiva di prodotti è stata di 3 su 51, così come per il moltiplicatore di spinta, di 17 su 100, mostrando anche in questi casi una inesatta e inefficiente mappatura dei bisogni.

Alcuni dispositivi medici come appunto gli ausili per patologie gravi e complesse, tra questi, quelli per l’età evolutiva-pediatrica, non possono essere oggetto di gare generiche e i dati dell’indagine lo dimostrano. Le esigenze dei pazienti sono molteplici, spesso non sono strutturate, ma appunto in evoluzione. Pertanto, c’è la necessità di usare un sistema di approvvigionamento che consenta la prova e la individuazione del dispositivo più adatto per la persona, oltre che la regolazione puntuale dello stesso ad opera di professionisti sanitari abilitati. Resta poi importante che venga garantita la sostenibilità delle aziende fornitrici, evitando l’esposizione finanziaria commisurata al valore stimato e non effettivo dei lotti, che potrebbe pregiudicare la fornitura stessa”, ha dichiarato Elena Menichini, Presidente associazione Ausili di Confindustria Dispositivi Medici.

La significativa differenza tra i quantitativi pattuiti in sede di gara e quelli effettivamente forniti comporta per le imprese un aumento dei costi di gestione e produzione, oltre a determinare il rischio di scorte di magazzino inutilizzate. L’associazione segnala, inoltre, una criticità sempre più frequente nelle gare pubbliche: l’indicazione di un prezzo a base d’asta troppo basso rispetto all’aumento dei costi di produzione e non in linea con il mercato.

“Quando la cifra stabilita non copre nemmeno le spese o non garantisce un margine di guadagno coerente – ha spiegato Elena Menichini –, diventa difficile, se non impossibile, per le imprese presentare offerte sostenibili e di qualità. Il rischio è che vengano proposti prodotti scadenti o, ancor peggio, che molte aziende scelgano di non partecipare affatto, con effetti negativi sulla concorrenza e sull’efficienza del sistema. Serve il coraggio di adottare un approccio realmente centrato sulla persona: i benefici in termini di qualità della vita della comunità tutta superano di gran lunga i costi, con un alto valore etico  ha concluso Elena Menichini -. La spesa per gli ausili è oggi inferiore all’1% della spesa sanitaria complessiva, e le gare non sono lo strumento adatto per dispositivi complessi e personalizzabili. Per questo chiediamo che gli ausili per disabilità gravi rientrino tra i dispositivi ‘su misura’ e che la Regione Emilia-Romagna intervenga per superare criticità che penalizzano pazienti, imprese e sostenibilità del sistema”.