Occhi sbarrati, orecchie tese e protuberanze che ricordano tentacoli: i cosiddetti “conigli Frankenstein” hanno fatto parlare di sé negli Stati Uniti per il loro aspetto straordinario e quasi inquietante. Ma dietro la loro trasformazione non c’è alcun esperimento di laboratorio o manipolazione genetica: si tratta di conigli selvatici infettati dal Papillomavirus di Shope, che provoca la formazione di tumori cutanei benigni soprattutto su testa e collo.
Il virus e le escrescenze
Il Papillomavirus di Shope colpisce principalmente i lagomorfi e non rappresenta un pericolo né per l’uomo né per gli animali domestici, secondo Virgilio.it. Le protuberanze che danno ai conigli quell’aspetto “mostruoso” non sono tentacoli veri e propri, ma tumori benigni generati dall’infezione virale.
Come si trasmette
Il virus si diffonde attraverso il contatto diretto tra conigli o tramite vettori come zanzare e zecche, rendendo difficile il contenimento nelle popolazioni selvatiche.
L’origine del nome
Il soprannome “conigli Frankenstein” nasce dall’aspetto insolito degli animali, che ricorda la celebre creatura di Mary Shelley, e non ha alcun legame con esperimenti scientifici.
Rilevanza scientifica
Nonostante l’effetto “horror”, il virus di Shope ha un’importante valenza scientifica: ha contribuito alla comprensione dei virus tumorali e allo sviluppo di vaccini contro l’HPV umano, rappresentando un modello fondamentale nello studio delle infezioni virali e dei tumori.