Conte e Grillo: riassunto. Riassunto del grillismo nel momento in cui diventa antigrillista. … di Sergio Pizzolante

Conte e Grillo: riassunto.
Riassunto del grillismo nel momento in cui diventa antigrillista.
L’unica coerenza del grillismo è l’incoerenza.
Su tutto. Sempre.
Ricordo il 2013.
Cento grillini entrarono in Parlamento, li osservavo alla Camera, era obbligatoria la giacca e gli uomini trovarono degli stracci che indossarono a forma di giacca, non c’erano regole sulle scarpe, quindi sfoggiarono i sandali.
Se ti incontravano in un corridoio abbassavano la testa e deviavano il cammino per starti più distanti possibile.
Le donne, in canottiera e infradito, giravano con le mani in tasca o nella borsa, li potevano nascondere qualsiasi strumento di difesa dalla Casta.
O forse un apriscatole.
Barbe e capelli fusion, per tutti.
Ma poi, in contrasto con se stessi, elessero Di Maio vice Presidente della Camera, che vestiva alla Standa e già dimostrava una notevole capacità di fondersi con la tappezzeria intorno.
Presiedeva la Camera come se fosse nato lì, poi andava sui banchi fra i suoi per attaccare tutti quelli che erano stati lì qualche giorno più di lui.
Volevano la partecipazione e la democrazia ma aderivano al manifesto di Casaleggio interpretato in chiave comica da Grillo, con eleganti vaffa, che si richiamava a Rousseau, padre di tutti i totalitarismi e all’uno vale uno, che è sempre stato l’argomento di tutti i dittatori per dimostrare che loro valevano più di tutti.
Il messaggio era, tu non vali niente? Non importa, diventerai ministro. E nacque Toninelli.
La contraddizione qui sta nel niente uguale ministro.
Andiamo avanti.
Sei senza lavoro? Senza reddito? Se dimezzi lo stipendio dei parlamentari comunque tu prenderai la metà dello stipendio dei parlamentari che prima non avevi. Furbo.
Poi un po’ più della metà, poi intero, facendo finta di restituire un po’ per poi magari ritirare il bonifico dopo aver pubblicato copia su Facebook. Succedevano cose così.
Poi il “principio” si è perso nei corridoi del palazzo.
Altro principio, solo due mandati, perché appena impari qualcosa devi lasciare il posto a chi non sa nulla.
Per Grillo questa cosa è sacra. Come farebbe altrimenti a governare persone che lui disistima profondamente ritendole ignoranti e utili alla causa, se imparano qualcosa?
Ma arriva Conte e con un colpo di teatro, lui che già aveva rotto, travolto, un altro “principio” sacro, non fare alleanze con nessuno, dice ai suoi, dice: voi siete intelligenti e potete restare qua quanto volete. E Grillo è rimasto così solo.
Solo e con un altro “principio” nelle…mani, diciamo, dopo aver vinto col vaffanc..o, prende 300 mila euro per essere Grillo, per comunicare ciò che fu il movimento e che più non è.
Dal gruppo parlamentare.
Cioè chi ha vinto sul principio del Grillo, che bisognava dimezzare lo stipendio del parlamentare, prende, dai parlamentari, lo stipendio equivalente a quello di tre parlamentari interi e sei parlamentari grillini del tempo che fu.
Cazzarola, dove lo metto adesso questo sacro principio?
Conte una risposta ce l’ha.
Arrivederci.
Sergio Pizzolante