Un oggetto simbolico, carico di storia e significato, è entrato a far parte del patrimonio culturale della città di Coriano. In occasione dell’anniversario della scomparsa di Giuseppe Ravegnani, poeta, giornalista e scrittore nato a San Patrignano nel 1895 e scomparso a Milano il 20 maggio 1964, è stata donata alla biblioteca comunale “G.A. Battarra” una delle sue macchine da scrivere risalente agli anni Cinquanta.
La cerimonia si è svolta ieri pomeriggio, alla presenza del sindaco Gianluca Ugolini, dell’assessore alla Cultura Anna Pazzaglia, del nipote Enrico Ravegnani giunto da Ferrara, di alcuni famigliari, insegnanti dell’Istituto Comprensivo Ospedaletto e del Gruppo Lettura della biblioteca, “Gli Insoliti Lettori”.
L’amministrazione comunale ha scelto la biblioteca come luogo ideale per custodire e valorizzare l’eredità culturale di Ravegnani, dopo aver intitolato a lui, lo scorso ottobre, la scuola secondaria di primo grado di Ospedaletto. Grazie alla disponibilità del nipote Enrico, la macchina da scrivere – che lo scrittore utilizzò nel pieno della sua carriera – sarà visibile al pubblico all’interno di una teca, diventando testimonianza tangibile della sua opera e della sua vita.
Durante la cerimonia, alcuni membri del Gruppo Lettura hanno reso omaggio a Ravegnani leggendo pagine scelte di prosa e poesia tratte dai suoi scritti. Un gesto simbolico che ha contribuito a restituire voce e memoria a un autore legato alle radici corianesi, nonostante una vita trascorsa in diverse città italiane.
Il sindaco Ugolini e l’assessore Pazzaglia hanno espresso gratitudine per il gesto di Enrico Ravegnani, sottolineando come “questa donazione arricchisca ulteriormente il patrimonio della nostra biblioteca e rappresenti un tributo a un uomo di lettere che non ha mai dimenticato le proprie origini”.
Chi era Giuseppe Ravegnani
Nato a San Patrignano nel 1895, Giuseppe Ravegnani era nipote dello scienziato Augusto Righi. Laureato in giurisprudenza, fu docente di letteratura italiana, direttore per un decennio della Biblioteca Ariostea di Ferrara, e dal 1943 al 1945 diresse il quotidiano “Il Gazzettino”. Fu corrispondente di guerra durante la Seconda guerra mondiale e, dopo il trasferimento a Milano, redattore capo e critico letterario del settimanale “Epoca”. Collaborò con i più importanti quotidiani e riviste italiane, tra cui il Resto del Carlino, La Stampa, il Corriere della Sera e l’Osservatorio politico letterario.
Un legame speciale univa Coriano e Ravegnani, come ha ricordato anche il nipote Enrico, che in passato aveva partecipato anche all’inaugurazione del teatro CorTe, accompagnato dalla celebre arpista e cugina Cecilia Chailly.