«Ti taglio la testa e la mando a tua madre». Sono queste le parole spaventose pronunciate da un imprenditore iraniano di 52 anni durante l’ultimo episodio di violenza ai danni della compagna, avvocata penalista italiana, che lo hanno portato agli arresti domiciliari. Una frase che sintetizza anni di minacce, aggressioni fisiche e psicologiche, culminate a luglio 2025 durante un soggiorno a Dubai, quando l’uomo, preso da un raptus di rabbia, ha rotto il cellulare della partner, morso il suo dito sinistro tentando poi di spezzarlo con le mani e infine l’ha colpita a pugni, provocandole la frattura della mandibola in più punti — come denunciato dalla vittima al Corriere della Sera.
Il quadro delle violenze era già lungo e drammatico. Già nel 2023, davanti a testimoni in un ristorante milanese, l’imprenditore aveva cercato di strozzare la compagna. Nonostante la gravità degli episodi, la donna aveva spesso scelto di non denunciare, motivando così le sue scelte: «Passata l’emotività, cerco sempre di analizzare la situazione in maniera razionale e ho capito che al netto di un comportamento socialmente riprovevole da parte del mio compagno, la scelta di non lasciarlo è stata solo mia — ha dichiarato al Corriere della Sera —. Lui è una persona molto sola che ho cercato di aiutare con amore, ma a volte bisogna accettare che l’amore non è abbastanza».
Secondo quanto riportato dalla denuncia, alla base delle aggressioni ci sarebbe l’abuso di alcol e cocaina da parte dell’uomo. La decisione finale di procedere con la querela è scattata quando la donna ha percepito un pericolo concreto per sé e per i propri figli, temendo che il compagno potesse arrivare a compiere gesti estremi.
Ora l’imprenditore, accusato di maltrattamenti e lesioni, è agli arresti domiciliari. Le violenze contestate coprono un periodo che va dall’agosto 2022 al luglio 2025 e includono insulti, schiaffi, minacce, una frattura chiusa dello sterno e la rottura della mandibola a Dubai. La storia emerge così come un esempio drammatico di come la paura e il terrore possano trattenere le vittime, anche quando il contesto è quello di una coppia di professionisti affermati nel cuore di Milano.