Neve, ghiaccio e freddo polare non hanno fermato lo sciopero generale. Elevata l´astensione dal lavoro e Piazza della Libertà piena, con i lavoratori che sono giunti sfilando nelle contrade del centro storico dietro allo striscione “Rompiamo l´Immobilismo per uscire dalla crisi”. Una partecipazione che assume ancor più valore se si conservano le condizioni climatiche e ambientali veramente avverse e proibitive.
Chiaro, forte e determinato è il messaggio che i lavoratori e i pensionati, con la loro partecipazione solidale, hanno dato al Governo e all´ANIS: firmare i contratti dei 9 mila lavoratori dell´industria e della banche; una legge condivisa per potenziare gli ammortizzatori sociali; no al blitz nella finanziaria sulla flessibilità; un progetto per lo sviluppo di San Marino; risolvere il problema del precariato nella PA e nei diversi settori; politiche sociali per i pensionati.
“Abbiamo deciso di scioperare perché vogliamo bene a San Marino, perché abbiamo a cuore la nostra Repubblica”, ha esordito così il segretario CDLS, Marco Beccari davanti ai lavoratori radunati sul Pianello. “Paradossalmente – ha continuato – chi governa doveva essere in piazza insieme a noi, perché lo sciopero generale è a sostegno del tavolo tripartito e dell´accordo di luglio che il governo ha firmato insieme a noi e alle categorie economiche”. Il segretario CDLS poi non risparmia critiche all´Associazioni Industriali: “Non hanno firmato il contratto, chiedono aumenti dell´orario di lavoro, flessibilità senza limiti, vogliono riportarci indietro agli anni `50. Non è così che si risolvono i problemi. La crisi non devono pagarla solo i lavoratori.”
“Qui c´è in gioco la democrazia” ha affermato Giuliano Tamagnini, Segretario Confederale CSdL, nel suo intervento al comizio. “Quando il potere politico si accorda con il potere economico, contro i lavoratori, si rischia il potere assoluto e diminuiscono i presupposti essenziali della democrazia e della civiltà. La democrazia è nata appunto per dare voce ai più deboli attraverso il diritto, per equilibrare, e non per aumentare il potere dei più forti. Quindi, ritirare dalla finanziaria gli articoli sulla flessibilità e il lavoro straordinario, così come quelli che riguardano la contrattazione e la riforma della PA per il pubblico impiego, significa riaffermare la democrazia e la civiltà. Ha aggiunto Tamagnini:” Il Consiglio Grande e Generale sia garante dei diritti dei lavoratori e non complice di chi li vuole affossare, respingendo la pretesa assurda di vuole annullare la contrattazione per Decreto.”
I lavoratori precari hanno partecipato con un lenzuolo infilato sulla testa per testimoniare la loro condizione di lavoratori-fantasma. Sul Pianello tre grandi lenzuoli hanno fatto da cornice alla manifestazione. Il primo con l´effige del Santo Marino e la scritta “Salvaci da Governo, Industriali, Banchieri”. Il secondo raffigurante una grande penna stilografica con l´invito all´ANIS a firmare il contratto. Il terzo con il logo della campagna sindacale “Rompiamo l´Immobilismo.”
Tanti i cartelli infilati nei cumuli di neve sotto la statua della Libertà. Frecciate a caratteri cubitali contro il patto politica-industriali: “Governo: dal tavolo tripartito al tavolo verde”. “Il Governo non deve decidere quante ore dobbiamo lavorare”. Patto ANIS-Governo: la crisi la pagano solo i lavoratori”.
CSU