“Non sono stati i lavoratori a causare la crisi, ma le speculazioni dei mercati finanziari”. Questa la sintesi dell’esecutivo della Confederazione Sindacale Europea (Ces) che si è tenuto nei giorni scorsi a Bruxelles. Ai lavori hanno partecipato Gilberto Piermattei (CSdL) e Luca Montanari (CDLS).
“Uno sguardo a 360 gradi sulla crisi in Europa – spiegano Piermattei e Montanari – e in particolare sulle condizioni in cui versa la Grecia, sempre più esposta alle speculazioni e alle pressioni delle banche e dei mercati finanziari”.
Per questa ragione il Sindacato Europeo è al fianco dei lavoratori greci, che stanno lottando contro un pesantissimo piano di austerità. “In Grecia, così come in tutta Europa – continuano i due sindacalisti – c’è il rischio che i governi reagiscano alla recessione economica con tagli dei servizi pubblici, della sanità, delle pensioni, mentre la strada da percorrere è quella di un nuovo progresso sociale, di una migliore distribuzione dei redditi, impegnandosi a rilanciare investimenti e sviluppo”. L’esecutivo della Ces ha così approvato un documento di politica economica e sociale e aprirà un confronto con la Comunità Europea.
Dall’Europa a San Marino, il passo è breve. “In questi giorni – affermano Piermattei e Montanari – assistiamo ad un solitario attivismo dell’Associazione Industriali, tutto concentrato sul fronte istituzionale, per manifestare preoccupazione e impartire la propria ricetta anti-crisi: gli industriali in udienza privata dai Reggenti, in consultazione con i capi gruppo Consiliari e per ultimo il deludente sconfinamento dal comandante della Fiamme Gialle di Rimini. L’immagine è quella di un’Associazione Industriali che, sola contro tutti, sembra voler impartire lezioni di politica economica, politica sociale e politica estera a istituzioni, governo, partiti, sindacati e associazioni di categoria”.
“La stessa Anis che mesi si ostina a dichiarare fallito il tavolo tripartito promosso dal Congresso di Stato, ossia quella sede istituzionale che, con l’apporto di tutti, doveva fare sistema e individuare strategie comuni per rilanciare la nostra economia”.
“Condividiamo le preoccupazioni – continuano- sulla gravità delle condizioni economiche e occupazionali in cui versa il paese, soprattutto per lo stallo dei rapporti con l’Italia, ma le continue scelte autoreferenziali dell’Anis non fanno altro che immobilizzare il Paese . Così come il tentativo di scavalcare la contrattazione collettiva e indebolire le politiche retributive e sociali rappresentano la solita vecchia ricetta, cara ai fondamentalisti del neoliberismo, che sta all’origine della tempesta economica di questi due anni”.
“I lavoratori già stanno pagano un conto salato per colpe che non hanno”, sottolineano gli esponenti di CSdL e CDLS .”Occupiamoci invece di investimenti produttivi e di nuova occupazione. Conosciamo tutti le condizioni favorevoli che esistono oltre confine per incentivare la crescita occupazionale. Non è un segreto: a San Marino la speculazione immobiliare resta un tabù, mentre in molte in Regioni italiane i piani anti-crisi offrono immobili ad affittii agevolati e tassazioni ridotte. Senza parlare delle esenzioni contributive sui lavoratori e sulla formazione. E per salvaguardare i consumi e l’economia si sottoscrivono accordi contrattuali non certo al ribasso”.