Delitto di Garlasco, ritrovato possibile reperto chiave: riemerge un martello. Inquirenti si concentrano sulle cugine della vittima

Potrebbe esserci una svolta -secondo quanto ricostruito da Masismo Pisa sulle pagine di Repubblica- nel cold case dell’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. Dopo 18 anni, una nuova perlustrazione ha portato alla luce oggetti potenzialmente cruciali nelle indagini. A condurre l’operazione, i carabinieri del Nucleo Investigativo e gli specialisti speleo-fluviali dei Vigili del Fuoco, che hanno ripulito e ispezionato una roggia adiacente alla corte della famiglia Cappa, alle spalle dell’abitazione che un tempo era occupata da Cesare, fratello maggiore di Stefania e Chiara Cappa.

Durante le operazioni, è stato rinvenuto del materiale ferroso avvolto in stracci e, soprattutto, un martello. Un ritrovamento che apre interrogativi significativi: potrebbe essere l’arma del delitto? O forse quell’alare da camino che un testimone – Marco Demontis Muschitta – dichiarò di aver visto in mano a Stefania Cappa proprio la mattina dell’omicidio, salvo poi ritrattare?

La segnalazione che ha dato il via alla perquisizione sarebbe arrivata da una fonte che, in tempi recenti, ha rilasciato una testimonianza sia in televisione, nel programma “Le Iene”, sia agli inquirenti. L’uomo avrebbe riferito di aver visto, poche ore dopo l’assassinio, Stefania Cappa trascinare un borsone pesante all’interno della corte e di aver udito subito dopo un tonfo provenire dalla roggia. I materiali recuperati saranno ora oggetto di perizie tecniche per valutarne la compatibilità con l’arma mancante denunciata dai genitori di Chiara Poggi all’epoca.

Le operazioni, avviate all’alba, si sono concluse prima del calare del sole. A fine giornata, volontari e forze dell’ordine hanno rimosso i nastri, mentre i curiosi si allontanavano in silenzio.

Ma il colpo di scena non si è limitato al solo ritrovamento. La Procura di Pavia – con il procuratore Fabio Napoleone, l’aggiunto Stefano Civardi e il pm Valentina De Stefano – ha disposto una nuova perquisizione a casa di Andrea Sempio, 37 anni, già comparso nelle inchieste precedenti. I carabinieri si sono presentati sia nella sua abitazione alla periferia di Voghera, sia nella casa dei suoi genitori a Garlasco. Perquisiti anche i domicili di due suoi amici, Roberto Freddi e Mattia Capra, non indagati, ma contattati da Sempio proprio la mattina del delitto.

Dalla casa dei genitori di Sempio, gli inquirenti sono usciti con un sacco rosso contenente vecchi diari e dispositivi elettronici. Ma è nell’appartamento del 37enne che sono stati trovati gli elementi definiti “sorprendenti” dagli investigatori: vecchi e nuovi telefoni, computer e soprattutto materiale cartaceo, tra cui appunti, note personali, riflessioni e schemi legati a dinamiche che ora verranno analizzate nel dettaglio.

La nuova inchiesta, dunque, sembra spostare il baricentro anche verso il nucleo familiare più vicino alla vittima, quello delle cugine Cappa. La pista su cui la Procura si muove è chiara: riaprire tutti gli spiragli possibili in uno dei casi più discussi della cronaca nera italiana.