Non bastava prelevare una quota dai conti correnti come tassa per coloro che possedevano titoli bancari. Non bastava imporre ai cittadini una patrimoniale sul bene più prezioso ,come la casa, raggiunto e sudato con tanti sacrifici e che molti sono ancora sotto la spada di Damocle di un mutuo.
Non bastava imporre in tutta fretta un condono su ogni abuso edilizio effettuato in questi ultimi decenni, durante i quali anche coloro i quali stanno imponendo questo balzello hanno chiuso gli occhi e non ne hanno mai denunciato le irregolarità.
Adesso giunge notizia che ci sarà una tassa a partire da Gennaio prossimo per i proprietari di autoveicoli. Ma una domanda nasce spontanea, anche ai più sprovveduti. Ma già non si paga il bollo auto? Perché allora imporre un’altra tassa? Perché copiare l’Italia che ha trasformato la tassa di circolazione con la tassa di proprietà? Possibile che non si trovi il modo di far cassa senza rivolgersi sempre e solo ai cittadini. Un modo di governare talmente facile ed ovvio che tutti sarebbero in grado di fare.
Ogni governo a San Marino ha lasciato la sua impronta e, nel bene o nel male, viene ricordato per il fatto o il non fatto. Quello del “ventennio” per le eccezioni opere architettoniche, quello socialcomunista per aver creato l’Istituto di Sicurezza Sociale che è stato sino a qualche anno fa ore all’occhiello della Repubblica, oggi rottamato, quello democratico post-roveretiano per aver dato un grande rilancio alle finanze del paese, quello del compromesso storico per aver varato importanti leggi sociali e finanziarie, quelli (e sono stati diversi) del terremoto finanziario per aver in poco tempo distrutto tutto ciò che i precedenti avevano pazientemente creato.
Quello di oggi sicuramente sarà ricordato, da tutti i sammarinesi, come il governo delle tasse. Come saranno poi utilizzate queste entrate, cui ancora non è dato saperne, entrate che usciranno dalle tasche dei cittadini? Tutto ciò cui prodest? Alla sanità, con la speranza di far tornare i tanti dottori fuggiti dal nostro ospedale?
All’istruzione ed a tutto il comparto scolastico per migliorare ulteriormente la crescita culturale dei nostri giovani? Ai trasporti e alle opere pubbliche per una circolazione più sicura? Oppure per pagare la tredicesima, visti i termini di scadenza e la carenza di liquidità denunciata dai Segretari di Stato?
Oppure come soluzione estrema per tentare di chiudere, almeno in parte, il buco nero che ha fagocitato capitali e banche con una velocità maggiore di quello cosmico? Una cosa è certa, e qui’ bisogna darne atto, comunque vada e qualsiasi sia la loro destinazione, questa marea di tasse, tutte concentrate in un breve lasso di tempo non gioverà certo al governo che le ha pianificate e che sicuramente pagherà le conseguenze di queste impopolarissime e coraggiose scelte politiche in termini di consenso.
Certo è che anche per noi sammarinesi, per dirla alla Salvini “ la pacchia è finita”. E questa volta è finita davvero!
Paolo Forcellini