Ecco che faceva la SMI secondo l’ANSA

Non un caso isolato. Ma un vero e proprio sistema, un sistema che andava avanti da anni e che accomunava imprenditori di Roma, Padova, Bari, Vercelli e molte altre citta’ italiane. Un sistema consolidato di riciclaggio di denaro sul quale la procura di Roma sta cercando di alzare il velo.
Ed e’ per questo motivo che dalle prime ore di questa mattina la Repubblica di san Marino e’ al centro di una delle tappe dell’inchiesta della procura capitolina che da circa due anni indaga, cosi’ come ha spiegato un inquirente, su una gigantesca opera di riciclaccio di denaro che avrebbe sottratto, fino a questo momento, all’intera economia nazionale circa un miliardo di euro. Una decina le perquisizioni effettuate oggi a San Marino su richiesta dell’autorita’ giudiziaria di Roma.
Perquisizioni ed acquisizioni di documenti che potrebbero portare a nuove rivelazioni considerate indispensabili per il proseguimento dell’inchiesta. Soprattutto perche’ gli atti svolti oggi nella piccola repubblica sono stati effettuati dietro una richiesta italiana ed hanno riguardato anche la piu’ importante holding finanziaria e fiduciaria di San Marino, la S.M.I., oltre alle abitazioni e agli uffici dei responsabili della holding.
Le perquisizioni sono state eseguite dalla polizia di San Marino e dall’unita’ antiriciclaggio coordinati dal commissario della legge, un equivalente del pm italiano, Vannucci, su richiesta del pm romano Perla Lori. In mattinata sono stati sequestrati conto correnti per circa 700mila euro mentre altri 5 milioni di euro erano gia’ stati sequestrati nei mesi scorsi in assoluta riservatezza delle indagini. Alla tappa odierna delle perquisizioni a San Marino si e’ arrivati dopo due anni di indagini da parte della Guardia di Finanza e della Procura di Roma nell’ambito di un’inchiesta nella quale si procede con il reato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro. Cinquanta le persone, quasi tutti imprenditori, indagati dalla Procura di Roma con l’accusa di appropriazione indebita aggravata e trasferimento fraudolento di valori. Trenta le societa’ italiane controllate dalla Finanza dal 2007 a oggi.
Societa’ che avrebbero visto i propri imprenditori ‘sottrarre’ alle casse dell’azienda denaro che poi veniva, tramite operazioni economiche virtuali, trasferito a San Marino. E qui, secondo l’ipotesi accusatoria, interveniva l’organizzazione che si preoccupava del reimpiego nel territorio italiano, attraverso un ‘fiduciario schermato’ che rimetteva il denaro nella disponibilita’ dell’imprenditore italiano. Denaro che, in sostanza, tornava in Italia sotto la veste di un socio straniero mai esistito e che poteva essere riutilizzato cosi’ per avviare nuove societa’. (ANSA).