Ecco perché San Marino deve “tifare” per gli Usa e i dazi minacciati all’Ue da Donald Trump…di Enrico Lazzari

E’ di ieri la notizia che Donald Trump ha minacciato di imporre dazi fino al 200% su vini e champagne europei (leggi qui), accusando l’Unione Europea di ostilità commerciale e legando la misura alla rimozione dei dazi Ue sul whiskey americano. La mossa -solo l’ultima di una lunga serie- annunciata durante un incontro con il segretario Nato Mark Rutte, mira a correggere quella che Trump considera un’ingiustizia commerciale.

ER allora, vi chiederete, che ce ne frega a noi di San Marino? Tanto… Perchè se questi dazi arrivassero davvero, alcuni prodotti sammarinesi diventerebbero quanto mai appetibili per il mercato americano, al punto di aumentare fortemente la marginalità di utile rispetto al costo di produzione. E ciò, da solo, potrebbe elevare tantissimo l’attrattiva di San Marino verso anche grandi e affermati investitori che, attualmente esportano tanto negli States. Al tempo stesso potrebbero determinare un vero “boom” per quelle aziende più grandi o più piccole (mi riferisco ad esempio ad imballaggi e ceramiche, ma anche vini, miele ecc…) già presenti.

Certo, siamo in un ragionamento puramente teorico. Una possibilità, non una strada certa da percorrere. Anzi, a mio parere- da favorire con una politica estera e una posizione sammarinese negli organismi internazionali finalizzata a non “irritare” quella sorta di “elefante” che che guida quella “cristalleria” chiamata Stati Uniti. Non sarà facile vista la grande divisione di approccio che su temi chiave come la guerra in Ucraina e il conflitto di Gaza, divide Usa da Ue…

Ma vediamo, nel dettaglio, che impatto possano avere i dazi-Trump se applicati davvero alle marci provenienti dall’Ue. Si ricordi- che San Marino, che non fa parte dell’Unione Europea ma ha un accordo di unione doganale con la stessa, il quale consente alle imprese sammarinesi di esportare senza l’imposizione di dazi all’interno del mercato unico europeo. Questo accordo conferisce a San Marino uno status speciale: mentre l’Ue sta per affrontare pesanti dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, le imprese sammarinesi, non essendo vincolate dalle normative doganali dell’Unione, potrebbero trarre vantaggio da questa situazione. Cerchiamo di schematizzare per comprendere meglio aspetti che semplici da spiegare altrimenti non sono. Sempre restando in abito teorico ecco i settori dove il Titano diventerebbe quanto mai attrattivo:

Esportazioni di Alcolici e vini: l’industria dei liquori e dei superalcolici europei registrerebbe un forte colpo con i dazi sui prodotti come vino, champagne e whiskey. La richiesta Usa resterebe alta e porterebbe gli importatori a guardare verso altri orizzonti per poter proporre prodotti alla portata di un bacino di utenza più ampio.

Per capire meglio facciamo un esempio… Immagina una piccola azienda sammarinese che produce un liquore tradizionale, simile al limoncello. Mentre l’Italia potrebbe affrontare un dazio del 25% sul suo prodotto esportato negli Stati Uniti, l’azienda di San Marino potrebbe esportare lo stesso prodotto senza alcun dazio aggiuntivo, rendendolo più competitivo nel mercato americano.

Settore Automobilistico e High-Tech: la minaccia di dazi potrebbe colpire anche altri settori, come l’automobile, dove l’Unione Europea esporta veicoli di lusso come Ferrari e Porsche. Sebbene San Marino non possieda una grande industria automobilistica, le aziende locali potrebbero beneficiare di un aumento delle opportunità di importazione di componenti ad alta tecnologia o di veicoli di lusso da distribuire nei mercati senza i dazi europei… Ricordo che siamo di fronte ad uno scenario teorico…

Opportunità nei Settori dell’Acciaio e Alluminio: un altro esempio riguarda le imprese sammarinesi che operano nel settore delle materie prime come l’acciaio e l’alluminio, che sono state colpite dai dazi imposti dagli Stati Uniti all’Unione Europea. Se San Marino non è coinvolta direttamente nelle sanzioni, le sue imprese potrebbero trovarsi in una posizione vantaggiosa per sfruttare il mercato americano senza subire gli stessi ostacoli.

Turismo e Commercio: la Repubblica di San Marino potrebbe beneficiare di un flusso crescente di turisti americani in cerca di destinazioni che non siano influenzate dai dazi e dalle tensioni politiche, compresi commercianti. E su una popolazione di quasi 500 milioni di abitanti, anche questi potrebbero rappresentare un numero importante. Questo scenario potrebbe favorire, quindi, il turismo, la vendita di prodotti locali e il commercio internazionale.

Nonostante queste opportunità, San Marino dovrà fare attenzione alle sfide. L’economia sammarinese è strettamente legata a quella italiana ed europea, quindi un conflitto commerciale a livello globale potrebbe comunque avere effetti indiretti. Le aziende sammarinesi che dipendono dal mercato europeo per la loro produzione o distribuzione potrebbero risentire delle tensioni commerciali globali. Tuttavia, la posizione geografica strategica e la sua politica doganale potrebbero comunque offrire un vantaggio competitivo se sfruttato correttamente, nel giusto equilibrio di non “irritare” né un contendente, né l’altro

Dunque, le politiche commerciali attuali degli Stati Uniti potrebbero rappresentare un’opportunità significativa per la Repubblica di San Marino, soprattutto in termini di attrattiva per le imprese che operano in settori come quello degli alcolici, delle materie prime e dei prodotti di lusso e così via. Del resto, in un contesto globale caratterizzato da dazi che si incrociano fra due enormi bacini di utenza (Usa e Ue, senza toccare san Marino), San Marino potrebbe trarre vantaggio da un mercato globale più ampio, sfruttando la sua posizione unica per fare affari con gli Stati Uniti -ma anche come destinazione per quelle imprese americane che esportano verso l’Ue- senza le stesse limitazioni a cui sono soggetti gli altri paesi europei…

Si concretizzerà quest’occasione? E, se sì, riuscirà San Marino a perdere anche questo treno?

Enrico Lazzari