Giornalesm ed il sottoscritto, da sempre fortissimi censori di Banca Centrale, si sono ritrovati in mezzo ad una disputa che aveva ed ha i connotati di un intrigo di palazzo in stile ”House of Cards”, il noto serial americano che parla amabilmente delle avventure del congressista americano divenuto Presidente degli Stati Uniti d’America Frank Underwood e della moglie Claire, magistralmente interpretati dagli attori Kevin Spacey e da Robin Wright.
Invece in questo intrigo non solo sammarinese gli attori principali, oltre alcuni governanti di San Marino ed in primis Celli e Renzi, sono la manager del PD Catia Tomasetti (scelta tra l’altro da questo governo) tra le altre cose ex Presidente della romana Acea nel periodo capitolino di Ignazio Marino ora Presidente di Banca Centrale di San Marino, l’ex Sottosegretario del governo Renzi e Gentiloni (già vicinissimo a Romano Prodi) candidato alle europee con Macron Sandro Gozi, la Bce, la Banca d’Italia ed …. i russi in questo caso il Ministro degli Esteri Lavrov e probabilmente tanti altri attori più o meno principali che non citeremo per economia giornalistica.
Il contendere sono i fondi, i soldi che San Marino e questo incompetente governo ha estremamente bisogno di avere per continuare a sopravvivere; non parleremo del fatto che Banca Centrale ha già dato una marea di soldi al governo di San Marino e che la stessa – come si evince dalle delibere del Congresso di Stato – ha richiesto indietro una parte (55 milioni entro il prossimo 30 giugno 2019) e negato la concessione di altri denari (circa 20 milioni di euro a febbraio) per pagare gli stipendi e Tfr ai dipendenti pubblici di aprile; ma questi dati sono a conoscenza di tantissime persone quindi non ci dilungheremo più di tanto.
Non parleremo nemmeno del fatto che San Marino non ha più il becco di un quattrino e che, come scritto nella risposta all’interpellanza dei Socialisti (opposizione) da parte del ministro sammarinese all’economia Guidi, a dicembre non ci saranno più soldi per nessuno.
Ed allora come fare? La Tomasetti ha ed aveva, appena nominata, la mission – tra le altre – di trovare questi soldi; anche la consulenza Gozi andava in questo senso. E per questo la Tomasetti si è rivolta alla BCE ed altre entità statuali finanziarie internazionali; probabilmente la recente visita a Washington deve essere interpretata in questo senso.
Ma c’è un ma! Qualora questi enti europei ci dovessero dare questi soldi (si parla di un miliardo di euro!) c’è da tenere presente che i loro standard di controllo, che anche Banca d’Italia è costretta ad applicare, sono elevati (San Marino ha già le sue leggi in tal senso). Se dovessimo sottostare al controllo della BCE o di Banca d’Italia, se ci daranno i soldi per sopravvivere, dovremmo stare alle regole internazionali. Così facendo non si potranno più intimidire, licenziare o far dimettere chi fa i controlli o chi chiede legittimamente di ricapitalizzare agli istituti sottocapitalizzati.
La comunità internazionale potrebbe darci il prestito ma esige che si giochi secondo le regole e soprattutto che si debba rendere trasparente il nostro sistema finanziario, che ora non lo è. Ora le banche sammarinesi pagano il denaro attorno al 2,5% e la BCE ce li potrebbe dare fino allo -0,50%, ma bisogna giocare secondo le regole; cioè fare dei controlli onesti nelle banche e non far finta che una banca non sia fallita quando, invece, è fallita. Tale denaro della BCE, pagato con un saggio di interesse addirittura negativo, potrebbe essere riversato alle famiglie ed imprese sammarinesi per sostenere i consumi e lo sviluppo essendo così a poco costo; un volano virtuoso per la nostra economia.
Tutto questo fa si che un potentissimo gruppo finanziario non voglia questi serrati e corretti controlli, perché hanno sempre vissuto con escamotage, depredando lo stato ed imponendo la loro volontà alla politica che subisce in silenzio o peggio è connivente. Grazie a questo mestiere qualcuno è diventato milionario magari anche concedendo favori e sovvenzionando campagne elettorali influenzando il pensiero politico. Probabilmente quei politici non hanno la cognizione, vivendo nel loro mondo, dove si stanno infilando loro e dove stanno facendo finire il paese: verso il baratro!
Occorre fare una scelta strategica! Ma per l’interesse del paese e non solo per quello di un gruppo finanziario.
Probabilmente si insegue il sogno che i russi ci diano i soldi gratis ma ovviamente nessuno li da gratuitamente, perché alla fine ci chiederanno sempre qualcos’altro, magari in ambito internazionale. E soprattutto collaborare finanziariamente con i russi vuole dire mettersi contro l’Europa, contro l’Italia e contro gli USA. Ci deve essere un piano economico tale da giustificare tutto questo e soprattutto capire se ce lo possiamo permettere! Potremmo finire schiacciati da dei giochi di potere molto molto più grandi di noi e a pagarne le conseguenze saremmo solo noi, cittadini sammarinesi.
La manager Tomasetti ha posto proprio questo problema e quindi probabilmente è per questo che per una parte del Congresso, e non solo, è diventata la nemica n.1 del paese, ma per assurdo potrebbe essere proprio lei – avulsa da qualsiasi influenza politica e lo ha dimostrato – a rimettere in sesto e far rispettare le regole di Banca Centrale (e quindi internazionali) al nostro sistema finanziario, politica interessata permettendo.
Tutti sanno della mia totale avversione a Banca Centrale che ho da sempre considerato una vera e propria cloaca, un super stipendificio di matrice politica e la madre di tutti i mali finanziari sammarinesi perché coloro che l’hanno diretta in precedenza non erano, a mio parere, oltretutto nemmeno competenti. Ma ora sembrerebbe che il vento sia cambiato! E a qualcuno non sta bene!
Ma certo è che la Tomasetti, che tutti sanno che ideologicamente non è di certo liberale e liberista quindi distante anni luce dal sottoscritto, viene inquisita da Buriani, e probabilmente rinviata a giudizio, per un fatto che proprio il sottoscritto ha portato alla luce su questo giornale e che ha apertamente condannato come inopportuno: la consulenza Gozi, inopportuna ma non fantasma. Quel Gozi, conoscenza della Tomasetti, un altro cattocomunista in passato vicinissimo a Prodi poi sottosegretario con il governo Renzi e Gentiloni, ed ora approdato alla corte di Macron, Le Roi francese antitaliano.
L’ex presidente della romana Acea (nomina capitolina fatta dal sindaco del Pd Ignazio Marino) e prima avvocatessa d’Italia qualche anno fa secondo Vanityfair, Catia Tomasetti viene inquisita per altri fatti guarda caso dal chiacchierassimo magistrato Alberto Buriani dopo la messa in amministrazione straordinaria della disastrata Banca Cis del potentissimo patron sammarinese Marino Grandoni e di Daniele Guidi, amministratore delegato.
Basta riflettere due secondi per capire che c’è qualcosa che non va in questi avvisi di garanzia, dalla tempistica sospetta, e nei prossimi futuri rinvii a giudizio.
A mio parere l’obiettivo è facilmente intuibile e che chi è addetto ai lavori ha annusato. L’obiettivo sono le dimissioni della Tomasetti o, se queste non dovessero arrivare, la distruzione della professionista ancorché della persona. Questo proprio perché, da manager sottopagata qual è (lei prende da BCSM 70.000 euro lordi contro i 300.000+bonus dei predecessori, oltre ad aver fatto decurtare gli altissimi stipendi dei dipendenti di Banca Centrale del 25% per i prossimi tre anni ed annullato i premi di produzione) sta portando avanti la difficilissima opera di risanamento di Banca Centrale e delle finanze di San Marino.
Nessuno lo dice, ma si sussurra che la stessa ed il nuovo Consiglio Direttivo di Banca Centrale abbiano presentato in tribunale, in questi mesi, ben 8/10 esposti/denunce per fatti anomali, se non di peggio, avvenuti nelle precedenti gestioni di BCSM. Mi parlano anche di una consulenza affidata ad una ditta olandese per oltre 800.000 euro (soldi nostri), caldeggiata da un ex dirigente di alto livello di BCSM, che avrebbe fatto ben poco se non quasi nulla per meritarseli; forse chi ha preso il posto di Buriani (ora è giudice penale di primo grado ndr) non è a conoscenza…e magari leggendo queste poche righe potrebbe rispolverare questo esposto/denuncia. Altro che l’inopportuna, ovviamente sempre a mio parere, della consulenza Gozi con i quattro incontri di altissimo livello avuti con altissime autorità europee e con le oltre 2.800 mail inviate dallo stesso Gozi a Bcsm.
Di farlocco forse ci sono solo le accuse!
In ultimo e non per ultimo, Banca Centrale – quindi anche la Tomasetti – sta elaborando la legge che forse toglierà a Grandoni e soci la proprietà di Banca Cis qualora questi non ricapitalizzino. Infatti se ci dovesse pensare lo stato a ricapitalizzare, ed io sono profondamente contrario dato che i nostri soldi non devono servire per riparare errori di imprenditori privati, ovviamente la proprietà diventerà pubblica e probabilmente Banca Cis confluirà nel calderone di Carisp facendo aumentare ancora di più il nostro debito pubblico. Ma facendo in questo modo Banca Cis verrà tolta a Grandoni.
Che sia questo il motivo di tanta avversione? Chissà!
Marco Severini – direttore ed editore