La Coalizione Domani in Movimento lo dice praticamente in ogni occasione d’incontro coi cittadini che occorre operare una poderosa azione di bonifica su tutto il Territorio, per poter ridefinire lo Stato virtuoso quale dovrà divenire San Marino per non scomparire per sempre da ogni cartina geopolitica del mondo. Una linea di condotta organica che dovrà partire dalle Istituzioni, continuare per la Pubblica Amministrazione per raggiungere poi anche il più recondito interstizio, quello più difficile da individuare, perché coperto da falsi moralismi di quanti dicono di agire per il bene comune mentre in realtà sono mossi da grandi interessi personali e familiari. Si dovrà adottare pertanto un metodo di riorganizzazione severa degli apparati statali, un recupero della moralità e di una nuova coscienza collettiva del valore irrinunciabile dell’essere San Marino una “comunità delle genti” tutti indistintamente detentori del medesimo diritto di cittadinanza.
Mentre scrivo ho a latere del mio computer il libro che raccoglie gli atti del convegno dell’Associazione di Diritto Pubblico comparato ed europeo “Piccolo Stato, Costituzione e connessioni internazionali” tenutosi a San Marino nel 2002. Una perla di saggezza, ma anche uno sprone alla riflessione:
“ Perché non siamo più quello che siamo stati?
Perché prima siamo stati additati nei consessi internazionali degni di stima per la nostra assoluta originalità di Stato che è stato capace di riscattare “il diritto d’esserlo” proprio dalle sua esiguità territoriale e di averlo reso sovranazionale e universale molto prima di altri Stati? Quali sentimenti hanno animato quei politici sammarinesi del lontano passato per giungere a simili risultati?
Non credo basti ciò che si diceva nell’antica filosofia greca, secondo cui non c’è limite al piccolo . Credo invece che ci sia tanto attaccamento al Paese, tanta cultura generale e politica in particolare, tanta consapevolezza del mandato ricevuto. Tanto senso dell’onore nel volerlo degnamente rappresentare, tanto senso dello Stato e del decoro nel dovere impersonare il potere.
Ecco qui la risposta. Non ci sono scusanti: non sono accettabili le sciocche e sarcastiche interpretazioni di vecchiume e di conservatorismo.
Il potere è tale e va concepito ed impersonato così; altrimenti è potenza, come abbiamo visto nel recente passato o è delirio di onnipotenza quello che abbiamo conosciuto e subìto negli ultimi tre anni con un governo egemonico, incapace, volutamente chiuso nell’interpretare in modo adeguato gli interessi nascenti, i nuovi bisogni, le nuove emarginazioni, i nuovi squilibri e le nuove povertà tutto preso a gozzovigliare e a bearsi. A improvvisare e a giocare sui destini di un intero popolo.
Da questo Motus Liberi intende partire ed azzerare ciò con la forza degli ideali e della passione che lo animano; con la adeguata preparazione culturale e con la lungimiranza della propria capacità progettuale. Con Motus Liberi spariranno anche la disaffezione ed il rifiuto della politica, troppe volte manifestati con le parole e nei gesti dei concittadini, perché questo Partito non alimenterà né i particolarismi né la corruzione, non permetterà più ai cittadini di dover ricercare un rapporto mortificante col potere per ottenere un diritto negato , ma faciliterà, con lo stato di diritto, la libertà di tutti che così sapranno orientarsi e trovare celermente ed efficientemente la risposta che a loro serve.
Che brutta pagina della nostra storia abbiamo vissuto! Che male ha fatto assistere impassibili alla distruzione delle nostre Istituzioni e subire la mortificazione del non ascolto delle nostre proposte e delle nostre proteste!
Che si andasse verso la deriva se ne è avuto sentore da subito: dai primi atti del Governo Adesso.sm, (nonostante gli inni al cambiamento sperticati lungo tutto il tempo della campagna elettorale scorsa, tradendo tutti gli allora elettori), si era capito che l’esaltazione lo stava travolgendo e più che a prepararsi a governare, si preparava a comandare.
Così è stato: non hanno governato un Paese, il Territorio, la sua popolazione; non hanno curato le relazioni internazionali allo scopo di portare giovamento alla politica interna; non hanno avuto a cuore il progetto di fare di San Marino uno Stato libero, democratico e civilmente avanzato; non hanno avuto interesse ad interpretare i bisogni delle varie istituzioni sociali, economiche, culturali, delle varie associazioni volontarie, in definitiva della società civile. Hanno da subito messo in atto un piano totalitario, che nel tempo si è evoluto in criminale, che avrebbe dovuto renderli invincibili ed eterni, piegando alle proprie mire le istituzioni, soprattutto quelle più efficaci quali il Tribunale ed il Congresso di Stato, assogettando il potere di entrambi gli Organi.
Per questo intento hanno chiamato a dirigere il Tribunale un signore senza requisiti perché così, grato del cambio delle condizioni della propria vita, avrebbe risposto più al partito proponente che alla legge; mentre al Congresso di Stato hanno dato il potere anche di sovrastare sia gli Ecc.mi Capitani Reggenti che, soprattutto, il Consiglio Grande e Generale. L’uso improprio e anticostituzionale dei Decreti denuncia ciò che si asserisce.
Meno male che non siamo un Paese militarizzato, perché non oso pensare come e per quali scopi avrebbero utilizzato l’esercito, tanto utile a Napoleone per raggiungere la gloria.