Uno dei temi principali di questa campagna elettorale è stato sicuramente la politica estera ed in particolare il dibattito sul percorso di associazione con l’Unione Europea che San Marino sta portando avanti, percorso che non mi trova contraria a priori, ma per il quale non viene fornita adeguata informativa ai cittadini.
Giustissimo ad esempio, evidenziare che l’associazione UE consentirebbe la libera circolazione delle persone in tutti gli stati membri che aderiscono al cosiddetto “spazio Schengen”, ma dimentichiamo di dire ai sammarinesi due cose fondamentali: 1) Non decidiamo noi tempi e modi di questo percorso 2) L’impatto che quest’adeguamento avrà sul territorio.
Soprattutto in materia finanziaria, grazie anche agli ultimi disastri compiuti da questo Governo, quello che veniva presentato come un percorso virtuoso è ora diventato una scalata all’Everest da fare col K-way e senza guanti…e vi assicuro che sull’Everest fa molto freddo!
Vorrei esplicitarvi questi dubbi con un esempio pratico: il Bail In.
Che cos’è il Bail In? E’ un sistema di regole sulle risoluzioni bancarie che disciplina specifiche modalità per risolvere gli stati di crisi degl’istituti bancari, contenuto in una Direttiva Europea, la BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive, n.2014/59/EU) che San Marino ha PARZIALMENTE recepito con la legge 102/2019. Nello specifico, ha incluso il coinvolgimento diretto degli azionisti, ma solo PER IL MOMENTO, ha ESCLUSO la norma relativa all’obbligo dei correntisti di partecipare al sacrificio, rinunciando ai loro risparmi, che non verranno restituiti oltre la soglia di €.100.000.
Dico per il momento, perché il Fondo Monetario Internazionale la vuole e sul punto non è disponibile a fare sconti, visto che San Marino si è già impegnato al recepimento.
Pur riconoscendo la giusta finalità del percorso, ovvero quella di escludere l’intervento dello Stato nelle future crisi bancarie, è giusto evidenziare che il disastroso percorso politico intrapreso dai precedenti governi, non ha permesso al sistema finanziario sammarinese di farsi trovare pronto per il recepimento questa norma, perché si sarebbe rischiato il tracollo di un sistema già abbondantemente provato dai disastri degli ultimi anni. Va inoltre evidenziato che San Marino non è un paese che vede la presenza di colossi bancari al fianco di banche medio piccole, ma è una realtà fatta solo di piccole banche che sarebbero fortemente penalizzate da una normativa così stringente, con il rischio molto concreto di una ulteriore e devastante fuga di capitali.
Ma la politica sammarinese, pienamente consapevole di doversi adeguare a quel che chiede l’Europa, come ha preparato il percorso? Lo ha fatto in maniera esemplare, CREANDO IL PANICO TRA I CITTADINI! E’ dapprima entrata a piedi pari su Asset, in modo illegittimo, come riconosciuto dal Tribunale ed ha successivamente rincarato la dose, andando a svendere i crediti Delta che hanno portato lo Stato e quindi i cittadini ad indebitarsi di ulteriori 500 milioni di euro.
Ora il Fondo Monetario Internazionale vuole il Bail In e non ci dice di certo: ” fate pure quando vi sentite pronti voi!”, peccato che ai cittadini si continui a raccontare solo di quanto sarà bello poter girare liberamente in aeroporto con il passaporto sammarinese e invece non gli si possa dire che i loro risparmi saranno al sicuro!
Io credo che ad oggi, visti i comportamenti messi in atto, sia mancata prima di tutto una RESPONSABILITA’ politica, fatta di mancata condivisione delle scelte effettuate, ma anche una STRATEGIA e soprattutto una VISIONE chiara del percorso.
Il percorso deve ripartire da una libertà di agire di chi governa, libertà che troppo spesso non è sembrata chiara ai cittadini. L’alternativa è dover pensare ad una incapacità delle persone che ad oggi ci hanno guidato e nessuna delle due ipotesi mi rallegra.
Il secondo punto di ripartenza sarà la ricostruzione di un dialogo con l’Italia, attività prioritaria rispetto ad ogni altra. In questo riteniamo fondamentale sostituire gli accordi di “buon vicinato” con veri e propri rapporti strategici.
Domani Motus Liberi ha le idee chiare sui progetti da portare avanti. Progetti che non possono essere attuati in un giorno, ma che si basano su una strategia, fatta di accordi per i quali si sta già lavorando, in maniera seria, per il bene di tutti i cittadini e soprattutto basata su una condivisione delle scelte, visto il fallimento di questa politica sorda ed autoritaria.
L’8 di dicembre, sarà la vostra fiducia a darci la spinta per costruire insieme il domani del nostro bellissimo paese!
Quel che dico sempre a chi incontro è che l’unico favore che possiamo farvi in cambio del voto, sarà quello di comportarci onestamente e di lavorare per il bene comune e non dei pochi, come fatto fino ad ora.