Elogio di Gnassi e delle opere … di Sergio Pizzolante

Chi non vuol vedere non vede.
Quando, un anno fa, durante il MotoGP, in diretta Sky, dal giardino del Grand Hotel, andavano in onda le immagini della nuova Rimini, io, non riminese di nascita, ho provato una emozione forte.
In tutto il mondo andavano immagini inedite( ai più) della città che ho scelto per la mia vita, per le mie passioni, per il mio lavoro.
Mi è esploso dentro un orgoglio riminese.
Un sentimento! Fortissimo.
Avevo 20 anni la prima volta.
Rimini era il grande lungomare.
Mi perdevo, tutto era uguale, così mi appariva, non trovavo i segni per distinguere i luoghi.
La storia, abbandonata a se stessa.
Il parcheggio di piazza Malatesta più grande del castello. I palazzi antichi depositi di bancali e macerie. Il castello e parte di Palazzo Garampi compresi. Il Fulgor un vecchio ricordo per pochi intimi. Il Galli con le sue grandi ferite.
Le fogne che scaricavano in mare. Tutto.
Per anni, per decenni si è discusso.
Molto. Non molto di piu.
Io sono molto legato alla progettualità degli anni 80. Rimini Terzo Millennio.
Al sindaco Conti che ai dibattiti macchinosi, lenti, autoreferenti e stantii, di una certa sinistra riminese, contrappose, come grande provocazione, la “cultura della Coca Cola”.
Energia, velocità, modernità, visione.
Durò poco. Purtroppo.
Poi ci sono stati sindaci con una sincera volontà di riqualificazione dei luoghi e delle opere.
Molte delle opere attuali hanno un origine.
Anni 80 e 90. I primi del 2000.
Sono gli anni in cui, dopo la mucillagine, Rimini, colpita a morte, seppe risorgere.
Congressi, Fiera.
E la Notte Riminese, che salvò il giorno.
Non per dare ragione a tutti. Però, si può anche essere brutali( ed io lo sono stato), nella discussione e nella “ guerra” delle idee e della competizione politica, però, siamo una eccellenza in Italia e in Europa( o no?) , beh, qualcuno, di questa cosa, si è occupato. O no?
Gli operatori, certo, ma parlo della politica,qui.
Poi Gnassi.
Ecco, Gnassi ha completato opere. Si dice. Vi pare poco? Ne ha realizzate molte. A me sembra molto. Ne ha inventate.
Ma non è questo il suo merito.
Non solo questo.
Il merito è quello di aver costruito una visione.
Aver capito che non c’è mare senza fogne, non c’è turismo senza cultura, non c’è futuro senza innovazione, non c’è città senza sentimento.
È un’opera gigantesca.
Aver capito che l’ispirazione, l’altezza, va cercata e conquistata, cercando di comprendere il meglio che succede nel mondo.
È tutto visibile per chi vuol vedere.
Io sono stato suo avversario acerrimo nella fase in cui era concentrato a dire cosa non voleva.
Poi alleato quando ha iniziato a dire quel che voleva.
Abbiamo scoperto, con sorpresa, che volevamo cose che potevano stare insieme. Le stesse cose, a volte, molte volte.
Averlo sostenuto in questa fase è stata la più grande opera politica della mia vita.
Adesso che la sua avventura politica sta per finire, questo è il mio omaggio.
È stato avversario politico, poi alleato, poi amico.
Adesso solo amico.
È molto.
Sergio Pizzolante