Email Celli-Confuorti. “Caro Francesco…”, un messaggio a tarda notte per definire la “relazione” sul “progetto del settore bancario” e la sperata sinergia con Bcsm.

Enrico Lazzari

Email Celli-Confuorti. “Caro Francesco…”, un messaggio a tarda notte per definire la “relazione” sul “progetto del settore bancario” e la sperata sinergia con Bcsm.

Caro Francesco… Buona notte, Simone”. Non sono finite le email fra l’allora Segretario di Stato alle Finanze del governo AdessoSm, Simone Celli, e il finanziere lucano Francesco Confuorti, oggi imputato nel processo “500/2017 e riuniti”, il “Caso Titoli” per intenderci. Si tratta di comunicazioni elettroniche svelate, nel corso di una recente udienza, dalla difesa dello stesso finanziere i cui contenuti alimentano il dubbio che la gestione di una delle più importanti deleghe governative di quel tempo fosse, come dire, “pilotata” a distanza, come i famosi “droni” da bombardamento americani.

Ma perchè, mi chiedo ora, un legale di difesa ha reso note queste comunicazioni? Forse, l’intenzione è quella di far passare il Confuorti come una sorta di esperto e consulente di fiducia del governo di quei tempi o, perlomeno, della Segreteria di Stato alle Finanze? Onestamente, non avendo una cultura giuridica, non riesco a capirlo… Ma è palese, oggi, che può spuntare da un momento all’altro del materiale “inedito” e questo -alla luce di quanto appreso da testimonianze giurate o atti processuali- potrebbe far “tremare” più di un protagonista della vita politica dello scorso decennio mai finiti nel “tritacarne” mediatico-giudiziario “acceso” ormai dieci anni fa.

Ma bando alle “ciance” e andiamo a conoscere cosa si dicevano Celli e Confuorti, o meglio cosa scriveva il primo al secondo, all’una meno dieci della notte del 18 giugno 2017. Ci troviamo di fronte ad una email recante un allegato e nominato “Progetto settore bancario (21.06.2017).docx”.

Caro Francesco”, esordisce la mail… “Nel documento in allegato (si presume il “progetto di intervento o riforma del sistema bancario nel suo complesso o la realtiva relazione visto il titolo del file allegato; ndr) fino al paragrafo 3.2 ho apportato modifiche marginali con il colore rosso”; “Dal paragrafo 4 al paragrafo 4 al paragrafo 7 (in rosso) ci sono aspetti politici (allineamento normativo, rafforzamento Bcsm, personale settore bancario e relazioni esterne) a mio parere molto importanti sul piano politico”; “il paragrafo 8 (in blu) ti chiedo di modellarlo con delle macro direttrici che però mi permettano di dire su cosa vogliamo puntare per lo sviluppo del sistema bancario”. “Buona notte -conclude la mail-, Simone”.

Ma qual è l’obiettivo della richiesta, perchè di esplicita richiesta di supporto sembra trattarsi, sottoposta a Confuorti da Celli in questa occasione? La risposta sembra arrivare dalla stessa email: “…Per rendere più autorevole e forte la relazione -scrive il Segretario di Stato alle Finanze- a mio parere va presentata come fosse un lavoro sinergico tra la mia segreteria e BCSM”. E ancora: “Non credo sia la cosa migliore presentare una relazione a comparti stagni, anche se ovviamente alcune parti sono ovviamente di stretta competenza di Bcsm e altre invece rientranti nelle facoltà della politica”. Ma, mi chiedo, per predisporre una relazione sinergica fra Segreteria di Stato competente e Bcsm, non era meglio rivolgersi direttamente alla stessa Banca Centrale? Perchè questa tematica viene sottoposta a Confuorti?

Forse, vien da pensare, Confuorti ha un “peso” anche su Banca Centrale? Ad avvalorare questo dubbio -spero che la memoria non mi tradisca- ci sarebbe una deposizione rilasciata in fase istruttoria di Ugo Granata, già Ispettore del Coordinamento della Vigilanza di Banca Centrale e, oggi, a sua volta imputato nel “Caso Titoli”, nella quale ammise che il suo “colloquio”, o uno dei colloqui, antecedente l’ottenimento dell’incarico nella Vigilanza fu svolto in un ufficio della sede milanese della banca d’affari Advantage Financial… Sempre “spremendo” la mia memoria, poi, mi balzano alla mente “collegamenti” di Confuorti con Savorelli e Siotto, uno già collaboratore di Advantage Financial (ci sarebbe una fattura per prestazione prestata) e l’altro compagno o consorte del vertice di una società a sua volta riconducibile al finanziere lucano.

Forse perchè lo ritiene “influente” o in buoni rapporti con la governance di Bcss l’allora Segretario di Stato Celli si rivolge a Confuorti nel perseguire una sorta di sinergia sul “Progetto settore bancario” con Banca Centrale? Impossibile rispondere. Unica certezza è che non risulta alcuna forma di collaborazione o consulenza, nessun rapporto formale fra Confuorti e Bcsm.

Anche questa email, in ogni caso, appare eloquente e capace di permettere ad ognuno di trarre le proprie conclusioni su quanto successe, almeno in parte, nello scorso decennio, il più buoi del dopoguerra per la Repubblica di San Marino, sia in termini di Diritto che qualità della democrazia, nonché in termini economici. Certo, non così chiaramente come nella precedente (leggi qui) in cui addirittura il Ministro delle Finanze chiede a Confuorti: “…Devo promulgare decreto dove riconosco a Carisp credito di imposta..?”, ma anche da questa mail non mi “illumina” su altro che non sia una interpretazione inquietante.

Giunti a questo punto, quando possiamo chiudere la rivelazione delle email fra i due, ritengo doveroso esprimere una considerazione, forse impopolare, ma necessaria. Queste email -dalle quali l’allora Segretario di Stato non ne esce “benissimo”- non vanno lette e interpretate come un a sé stante atto d’accusa al medesimo, ma come la degenerazione di un sistema democratico storico quale è San Marino. Una degenerazione che non può certo essere stata causata dai soli Simone Celli o, per citarne un altro, Alberto Buriani. Nè, tantomeno dal solo Francesco Confuorti, oggi a processo ma penalmente non colpevole di nulla, salvo sentenza definitiva contraria.

Per determinare una simile degenerazione del sistema finanziario e giudiziario (non si sottovaluti il peso “non penale” ma si valuti il peso che ha la condanna, seppure in primo grado, del giudice le cui inchieste hanno determinato, direttamente o indirettamente che sia, la cancellazione in un battibaleno di una intera generazione politica), per determinare un periodo così buio per la più antica Repubblica del mondo servono ben più di un giudice, di un ministro e di un finanziere, perdipiù neppure sammarinese.

Per spazzare via un’intera classe politica e dirigenziale così da determinare il ricambio ai vertici dello Stato -questo sembra essere successo nello scorso decennio- è indispensabile un piano ben congegnato che possa trovare il favore dell’industria e del mondo produttivo che conta, di almeno parte della politica, di almeno parte dell’amministrazione giudiziaria e, non ultima, di almeno ampia parte dell’informazione. Serve una articolata e vasta associazione a delinquere di stampo sovversivo -ovviamente questo il mio semplice parere di osservatore attento- che, però, fino ad ora, almeno in questi termini, sul Titano sembra non essere mai esistita… Almeno nelle azioni di chi dovrebbe “sgominarla” nel suo primario compito di difesa del Diritto, della democrazia e della sovranità popolare.

O, forse, secondo voi, più semplicemente, questo inquietante scenario esiste solo nella mia mente?

In conclusione, tornando al tema specifico, le email, non posso non evidenziare che queste comunicazioni fra Celli e Confuorti, mi riportano al a recente intervento consigliare del Segretario di Stato agli Interni, Gian Nicola Berti, che ha denunciato nella sede più alta e autorevole della storica democrazia sammarinese: “…Oggi lo vediamo perfettamente chi è Confuorti: era il capo del governo di AdessoSm!”.

Enrico Lazzari

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