Email Celli-Confuorti. Incredibile! Il Segretario di Stato alle Finanze chiede al finanziere se va fatto un decreto per concedere a Carisp il credito di imposta. … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Fate sapere, così inizio a lavorarci”, chiede l’allora Segretario di Stato alle Finanze, Simone Celli, al finanziere lucano Francesco Confuorti, a quei tempi presidente della Advantage Financial. Una delle diverse email “sventolate” nell’Aula Grande dei Tavolucci dall’avvocato difensore di quest’ultimo si conclude così, con una sorta di richiesta che il Ministro del governo di AdessoSm rivolge al finanziere sul da farsi con Cassa di Risparmio relativamente all’assorbimento da parte della stessa di Asset Bank.

Per garantire operazione Asset devo promulgare decreto dove riconosco a Carisp credito di imposta per accollarsi short-fall (ammanco, carenza, calo; ndr) di patrimonio? Fate sapere, così inizio a lavorarci”. Cioè -e azzardo una interpretazione- la linea politico-finanziaria dell’operazione Asset-Carisp è “passata al vaglio” da un personaggio totalmente esterno al governo e alla politica sammarinese? L’apparenza è inderogabilmente questa…Fate sapere, così inizio a lavorarci”, non sembra aprire altri scenari interpretativi, almeno nella mia mente.

Così, ad oggi, grazie a quanto emerso e dibattuto in una recente udienza del procedimento giudiziario noto come “Caso Titoli” (500/2017 e riuniti) abbiamo acquisito diversi elementi importanti che possiamo unire ai “puntini” fissati in precedenza. Certo, sono elementi non sempre certi, ma ugualmente capaci di rappresentare, se non sempre una prova inappellabile, almeno un indizio più o meno pesante sui rapporti che Francesco Confuorti -ma non solo- intrattenesse con governi e governanti in carica nello scorso decennio, rivelatosi oggi drammatico per San Marino, per le sue finanze e per il benessere della comunità.

Così, al momento, i “puntini” più eloquenti -nuovi o rilanciati da eventi nuovi- sembrano i sottostanti. Non sono certo i soli, ma già questi -se uniti- potrebbero iniziare a presentare uno scenario definibile nella mente libera, imparziale di ognuno:

– Pasquale Velentini (Pdcs), dal 2010 al 2012 Ministro delle Finanze e dal 2012 al 2016 Segretario di Stato agli Affari Esteri, dichiara sotto giuramento in qualità di testimone, di aver incontrato Confuorti una sola volta, non dopo il 2012, e di non aver più avuto alcun rapporto con lui, ma, nell’udienza “spunta dal cilindro” una email datata 22 gennaio 2016 i cui toni e contenuti sembrano lasciare trasparire toni confidenziali ed amicali (“Caro Francesco, complimenti vivissimi per il prestigioso incarico che ti è stato attribuito”) che mal si addicono, almeno all’apparenza, al rapporto fra due persone che quasi non si conoscono e che rivestono due altosonanti incarichi istituzionali essendo uno Ministro e l’altro Console, seppure ambedue collocabili nell’area “Cielle” (leggi qui).

– Nicola Renzi (Rf) sarebbe -come dichiarato sotto giuramento come teste da Simone Celli- colui che gli presentò l’Avv.italiano Matteo Bazzani, il quale sei giorni dopo la liquidazione di Asset Bank evidenziò una carenza nelle argomentazioni a supporto della drastica azione. Ma non lo fece prima della liquidazione, bensì dopo, in una email in cui si parla “della necessità” di “fare emergere fattispecie a rilevanza penale dietro l’operatività di Asset” poiché “sarebbe estremamente importante -continua il “riassunto” del legale- far sì che il provvedimento di LCA (liquidazione coatta; ndr) possa fondarsi non soltanto su una perdita di patrimonio di eccezionale gravità dovuta a svalutazioni, ma anche sull’accertamento di illeciti” (leggi qui).

– Mario Venturini (Rf) e Nicola Renzi (Rf) sarebbero -lo sostenne Catia Tomasetti durante una testimonianza giurata in Tribunale- i politici che Celli indicò al Presidente di Banca Centrale suggerendole un avvicinamento ai medesimi. Non dimentichiamo che, in quel momento, il vertice Bcsm era sotto pressione per l’indagine che è costata la condanna in primo grado del Commissario della Legge Alberto Buriani per il reato di abuso di autorità (leggi qui).

– Alberto Buriani (Commissario della Legge) secondo la sentenza di primo grado emessa nei giorni scorsi avrebbe -il condizionale è dovuto al fatto che la sentenza non è definitiva- compiuto un “abuso di autorità” aprendo -deduco- senza basi giuridiche per farlo una indagine nei confronti del Presidente di Banca Centrale in un momento delicatissimo -il tentativo di cessione delle quote a Stratos, complicato proprio da Banca Centrale- per il futuro di Banca Cis.

– Alberto Buriani e Simone Celli (ex Segretario di Stato alle Finanze) hanno ricevuto -per i fatti attinenti quanto sopra citato- una condanna in primo grado per tentata concussione ai danni di Catia Tomasetti, Presidente di Banca Centrale della Repubblica di San Marino.

Simone Celli quando era Segretario di Stato alle Finanze in carica sembrava concordare provvedimenti di competenza esecutiva con il finanziere lucano Francesco Confuorti, oggi rinviato a giudizio nel procedimento 500/2017, noto come “Caso Titoli”. Lo si deduce da una serie di email “svelate” dalla difesa dell’imputato, di cui stiamo parlando proprio ora e in questi giorni. Inoltre, come sopra evidenziato, nel delicato momento in cui Banca Centrale rappresentava un ostacolo per la compravendita delle quote Cis da parte di Stratos, avrebbe -lo sentenzia il Giudice di primo grado- tentato una concussione ai danni del Presidente di Bcsm. In quel momento si era già dimesso dal governo.

Aspetti, questi, che hanno indotto Rossano Fabbri e il Segretario di Stato agli Affari Interni -ambedue di Alleanza Riformista– ad auspicare una riapertura della Commissione parlamentare di Inchiesta. Una richiesta che, del resto, io stesso -alla luce dei “quintali” di nuovi elementi emersi nei processi in corso- auspico da mesi e mesi, così da poter scrivere completamente la storia di un decennio drammatico, forse il più drammatico del dopoguerra, per la Repubblica di San Marino, sia in termini di Diritto (non si dimentichi che il “Di Pietro” sammarinese è oggi gravato da una condanna penale di primo grado per azioni condotte nell’esercizio della sua funzione di giustizia) e di qualità della democrazia, nonché in termini finanziari, economici e, conseguentemente, di benessere della cittadinanza.

Ma torniamo all’ennesima email fra Simone Celli e Francesco Confuorti. La comunicazione elettronica datata 5 giugno 2017, come anticipato (leggi qui), vedrebbe il Segretario delle Finanze chiedere al finanziere lucano cosa fare sul credito di imposta per Carisp in seguito all’acquisizione di Asset Bank. Ma non solo. Se l’aspetto più inquietante -ed eloquente- è questo, la comunicazione è assai più ampia e vede toccare diversi argomenti a cominciare da “l’assemblea generale degli industriali” per la quale, comunica Celli a Confuorti, “sarebbe il caso di sviluppare una relazione di alto livello che delinei un progetto di sviluppo in cui il settore bancario venga presentato a supporto della crescita”.

Nel Consiglio (Grande e Generale; ndr) del 19-23 giugno invece -continua la mail- occorre delineare un progetto complessivo di riposizionamento del settore bancario che parla della contingenza (Asset>Carisp, modalità e tempi di ricapitalizzazione e piano industriale di Carisp, gestione Npls, patrimonializzazione settore bancario ecc.) e che arrivi alla prospettiva, illustrando i pilastri su cui si fonderà il rilancio del settore bancario”.

Alcuni aspetti contingenti molto importanti” continua l’email, sono che “occorre che management Carisp apra tavolo di confronto con rappresentanze sindacali per iniziare al più presto a definire passaggio dei dipendenti”… Poi la “sconvolgente” -almeno per me- conclusione: “Per garantire operazione Asset devo promulgare decreto dove riconosco a Carisp credito di imposta per accollarsi short-fall di patrimonio? Fate sapere così inizio a lavorarci…”.

Che dire, a questo punto, se non che il sospetto che ai tempi del governo AdessoSm ci potessero essere almeno due Segretari di Stato alle Finanze, uno ufficiale ed uno occulto, non appare così assurdo e far luce su questo aspetto, da solo, già basterebbe a motivare una seria e imparziale commissione parlamentare di inchiesta?

Enrico Lazzari