EMANUEL SANTOLINI (CSDL): La manovra correttiva di bilancio annunciata fa rabbrividire!

Con le misure anticipate alla stampa, che intendono penalizzare i lavoratori precari della PA e frontalieri, e in generale tutti i cittadini con la volontà di aumentare le tariffe e le imposte, l’Esecutivo dà l’ennesima dimostrazione di essere privo di idee lungimiranti per lo sviluppo economico del nostro paese

Emanuel Santolini Funzionario FULI/CSdL

I faccendieri che hanno in buona parte causato la crisi di San Marino possono stare tranquilli; il Governo, incapace di dare soluzioni al dissesto economico, di fare passi decisi verso la piena trasparenza e di recuperare un rapporto accettabile con l’Italia, pensa bene a coprire loro la ritirata, mentre per far quadrare i conti pubblici in sofferenza preannuncia una manovra correttiva di bilancio che prevede forti sacrifici per i lavoratori e le categorie più deboli. Da quanto si apprende dagli organi di stampa, la filosofia di questa manovra di bilancio, negli indirizzi preannunciati dall’Esecutivo, è molto chiara e fa rabbrividire; siccome la crisi sta già colpendo pesantemente i lavoratori dei settori privati, è ora che comincino a pagarla anche i dipendenti pubblici, paventando – tra l’altro – il congelamento del processo di stabilizzazione dei lavoratori precari. Ma chi ha assunto i precari nella PA per poi lasciarli a sobbollire mentre qualcuno li teneva con la spada di Damocle sulla testa?

Poi, per fare colpo sui sammarinesi, e per dimostrare che in fondo può usare il “pugno di ferro” con l’Italia, l’Esecutivo annuncia la possibile riduzione dei diritti dei lavoratori frontalieri, trattandoli come vittime sacrificali sull’altare della crisi. Complimenti! Così non solo scateniamo la “guerra degli stracci” tra lavoratori dipendenti, un’operazione a cui il sindacato si oppone con forza, ma l’Esecutivo dà l’ennesima dimostrazione di essere completamente privo di idee lungimiranti per lo sviluppo economico del nostro paese. I vari governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni non hanno fatto altro che alimentare queste distorsioni/discriminazioni (in palese trasgressione dell’articolo 4 della Convenzione Italo/Sammarinese del 1939 ), creandosi una posizione di potere sui lavoratori resi precari ad hoc.

E poi dico: visto che per effetto del Decreto incentivi aziende sammarinesi si trasferiscono fuori confine, che effetto ci farebbe se l’Italia trattasse i lavoratori sammarinesi in territorio italiano come il nostro Governo vuole trattare i frontalieri occupati a San Marino, cioè con minori diritti? Aggiungo: chi ha rilasciato le licenze a tutte quelle società che hanno assunto i tanti lavoratori non residenti a cui si vorrebbero negare diritti fondamentali? Non hanno considerato prima di concedere le licenze quali posti di lavoro avrebbero creato queste attività, e se sarebbero stati in linea con le professionalità che il paese stava creando nel frattempo? Evidentemente, se sono stati assunti è perché servono alla operatività delle aziende produttive.

Non è con le misure annunciate dall’Esecutivo, che intendono colpire i precari della PA, i diritti dei lavoratori frontalieri, e in generale i cittadini con misure come l’aumento delle tariffe e delle imposte, che si risolvono le difficoltà economiche di San Marino. La crisi va superata risolvendo i suoi nodi strutturali; occorre recuperare un rapporto dignitoso con l’Italia adottando subito lo scambio automatico di informazioni; allargare la base imponibile con una equa riforma tributaria; elaborare un qualificato progetto di sviluppo che faccia ripartire l’intera economia; iniziare l’iter di adesione all’Unione Europea, per dare al paese, ai cittadini e alle imprese nuovi sbocchi internazionali e maggiori opportunità.