Un segnale preoccupante si alza dall’Emilia-Romagna: il primo trimestre del 2025 si è chiuso con quasi 19 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate, un dato che fotografa una crisi industriale in espansione. A certificarlo è l’INPS, sulla base dei dati analizzati dalla CGIL regionale.
In soli tre mesi, tra gennaio e marzo, sono state attivate 18,7 milioni di ore di Cig, tra ordinaria, straordinaria e in deroga. Un aumento netto: +31% rispetto allo stesso periodo del 2024, e oltre il doppio (+113%) se confrontato con i numeri del 2023. A crescere maggiormente è la cassa ordinaria, salita a 11 milioni di ore (+21,9%), mentre la straordinaria ha toccato quota 7,7 milioni.
Dietro i numeri, la voce della CGIL lancia un monito chiaro. «Siamo dentro una crisi che non può più essere negata – afferma il segretario regionale Massimo Bussandri – Da oltre due anni la produzione industriale in Italia è in calo ininterrotto. Le fabbriche rallentano, i contratti non si rinnovano, i salari perdono potere d’acquisto e le morti sul lavoro continuano a insanguinare il Paese. Non c’è nulla da festeggiare».
Il sindacato punta il dito contro quella che definisce «una narrazione ingannevole» da parte del governo. «Si continua a parlare di crescita e rilancio, ma nei territori la realtà è fatta di precarietà e stabilimenti in sofferenza. E mentre il disagio cresce, le risposte tardano ad arrivare», denuncia Bussandri.
La CGIL rilancia così la sua campagna a favore dei referendum del prossimo 8 e 9 giugno: «Vogliamo rimettere al centro il valore del lavoro, della dignità e della democrazia. È una battaglia civile che non riguarda solo il sindacato, ma ogni cittadino».
Nel frattempo, sullo sfondo resta l’incognita della primavera economica italiana, stretta tra crisi produttive, contratti in scadenza e una domanda interna ancora troppo debole per trainare la ripresa.