Nei primi sei mesi del 2025 le ore di cassa integrazione e fondi di solidarietà autorizzate dall’Inps in Emilia-Romagna hanno toccato quota 34 milioni, con un incremento complessivo del 21,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A segnalarlo è uno studio realizzato dall’Ufficio Studi della Uil, che evidenzia come l’incremento riguardi sia la cassa ordinaria (+11,7%, oltre 20 milioni di ore) sia quella straordinaria, cresciuta addirittura del 38%, sfiorando i 13 milioni di ore.
Le province maggiormente colpite da questo trend negativo sono Piacenza (+56,4%), Forlì-Cesena (+46,2%) e Modena (+44,5%). Fanno eccezione soltanto Rimini e Parma, che registrano una contrazione delle ore autorizzate.
Secondo Marcello Borghetti, segretario della Uil Emilia-Romagna, i dati dimostrano che non si tratta di difficoltà passeggere, ma di una crisi strutturale, che richiede risposte ben più profonde. A suo avviso, ciò che manca è una strategia industriale nazionale in grado di guidare le transizioni tecnologiche e tutelare il tessuto produttivo.
Borghetti ha anche puntato il dito contro l’accordo sui dazi siglato tra Unione Europea e Stati Uniti, che ha mantenuto fuori settori chiave per l’economia regionale come automotive e componentistica. Secondo il segretario Uil, l’export emiliano-romagnolo verso gli USA supera i 10 miliardi di euro, coinvolgendo oltre 6.000 imprese regionali, e non può essere penalizzato da scelte politiche miopi.
Nel sollecitare risposte concrete, la Uil si è rivolta al presidente della Regione Michele de Pascale, chiedendo di rilanciare il Patto per il Lavoro, e al governo nazionale, invocando interventi strutturali per tutelare occupazione e redditi. Tra le priorità indicate dal sindacato ci sono anche il vincolo degli aiuti pubblici alla salvaguardia dell’occupazione e l’alleggerimento della pressione fiscale su lavoratori e pensionati.