Santoro, Formigli, Gruber, Berlinguer, Floris, Padellaro, Giannini, Sansonetti, Telese, De Gregorio, Di Cesare, Purgatori, Fontana, Veltroni, Buccini, Scanzi, Cacciari, Gomez, Palombelli, Fazio, Montanari.
E molti altri, di seconda e terza fila.
Che riempiono i Talk.
Dominano le tv e i giornali italiani.
Vengono dal PCI, dai movimenti di sinistra estrema che gravitavano intorno al PCI o di contestazione, da sinistra, al PCI.
Oppure, quelli più giovani vengono dal post comunismo, nelle varie sigle, dal giornalismo comunista, post comunista, catto-comunista, ambientalista antimpresa, dallo scalfarismo, dalla lotta ai partiti democratici durante Tangentopoli, dal giustizialismo estremo, molti, salvo eccezioni, dal pacifismo filo russo.
Un bel po’.
Dominano informazione ed editoria in Italia.
La cultura.
Non sono tutti uguali, naturalmente, alcuni ottimi, alcuni pessimi.
Ma fanno impressione tutti insieme.
Gli elettori vanno a destra, più a destra che mai, Ventennio escluso.
La cultura italiana dominante va a sinistra, più a sinistra che mai. Anni 70 esclusi.
Egemonia culturale. È Gramsci avverato.
Gramsci era portatore di un pensiero forte.
Comunista antiriformista, “straccio mestruato”,
disse di Turati.
Un genio. Comunista ma genio.
Nel movimento comunista internazionale esprimeva un pensiero capace di contrapporre a Lenin una visione sua ed originale del comunismo al potere. Della via comunista al potere. Per Lenin la rivoluzione violenta.
Per Gramsci la rivoluzione, ma culturale.
Vado per schemi.
La conquista del potere attraverso l’egemonia: culturale.
Togliatti stava con Lenin, odiava Gramsci, lo temeva, non fece molto per salvarlo dal carcere.
Ma anche Togliatti era geniale.
Lascio’ Gramsci al suo destino e portò il gramscismo nella politica italiana.
Non potendo conquistare il potere con la forza,
in Italia, che stava di qua di Yalta, riuscì a imporre una egemonia.
La conquista dei glanghi del potere.
Le case matte.
I giornali, l’editoria, l’informazione in genere, le università, sino alla magistratura.
Quadri che venivano formati e preparati ai concorsi a Botteghe Oscure.
Il prestigio e la forza dei comunisti e dei post comunisti viene da lì. Da qui.
Sono vigne che hanno prodotto tonnellate d’uva.
E la producono ancora.
Sono tutti lì, ancora, padri, madri, figli, nipoti, parenti di ogni grado.
Naturalmente il tempo passa anche per loro.
Ci sono produzioni più scadenti, vale per tutti, anche per loro, grappoli marci, in alcuni casi acidi.
Una volta erano migliori.
Rimpiango i comunisti di una volta.
Erano migliori perché c’erano vigne migliori in campi diversi, culture e colture diverse.
Il confronto faceva bene a tutti.
Adesso niente. Sulle altre vigne sono cadute le bombe atomiche negli ultimi 30 anni.
Da Tangentopoli.
Ci sono altre vigne, anche adesso.
Ma spesso sono anche peggiori.
Giordano, Del Debbio, Sallusti: aceto.
Sergio Pizzolante