Tra il 1999 e il 2007 i tratti di spiaggia sottoposti a erosione sono scesi in Emilia-Romagna da 37 a 15 chilometri. Un risultato positivo riconducibile in gran parte ai consistenti interventi di ripascimento realizzati: ben 5 milioni di metri cubi di sabbia portati nel periodo 2000-2007 , circa 700 mila metri cubi all’anno. “Il nostro patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche sull’argomento verrà messo a disposizione anche delle altre regioni” ha detto Vasco Errani.
Per questo il nuovo Piano decennale della costa 2010-2019, messo a punto da Arpa per conto della Regione Emilia-Romagna e presentato oggi a Ravenna nel corso del convegno “La gestione dei litorali. Le esperienze in Emilia-Romagna e in Italia”, individua proprio nel ripascimento, in particolare con sabbie sottomarine, la strategia principale di intervento da perseguire anche nei prossimi anni, per mantenere in equilibrio il sistema costiero regionale. In un’ottica, che vuole essere sempre meno emergenziale e sempre più di programmazione nel medio-lungo periodo.
“La nostra Regione – ha detto intervenendo al convegno il presidente Vasco Errani – ha maturato in questi anni un patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche di grande valore che ci permette di delineare per i prossimi anni una strategia convincente e credibile. Per questo proporremo allo Stato e alle altre Regioni un programma su scala nazionale di manutenzione e tutela delle coste del nostro Paese. Solo questa programmazione può infatti consentire abbattimento dei costi ed economie di scala”.
Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, ha aggiunto Errani “puntiamo a un progetto decennale in collaborazione con gli Enti locali in grado di garantire una politica di gestione della costa permanente, integrata e in un’ottica di prevenzione. Per dare le massime garanzie ai cittadini e agli operatori economici. Stiamo pensando a un progetto pubblico-privato attraverso lo strumento del project-financing che coinvolga anche gli operatori della costa e il mondo delle imprese. Per quanto ci riguarda, la Regione continuerà a fare la sua parte, a investire risorse sul litorale e sul territorio retrostante e, se possibile, ad aumentarle”.
Cosa prevede il Piano costa 2010-2019. L’impegno della Regione.Nel corso del convegno , cui hanno partecipato anche l’assessore regionale alla difesa del suolo e della costa Marioluigi Bruschini e il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, è stato evidenziato come l’erosione costiera sia un
fenomeno che interessa in misura crescente tutta l’area del Mediterraneo, a causa della crescente antropizzazione delle zone costiere, della riduzione degli apporti solidi fluviali, della subsidenza. Scogliere artificiali e barriere sommerse da sole non bastano a risolvere il problema, che ha evidenti risvolti oltre che ambientali anche economici (si pensi all’importanza della spiaggia per il turismo).
Il ripascimento con sabbie sottomarine presenta numerosi vantaggi di tipo ambientale. Non solo infatti non viene utilizzata sabbia di cava, con gli evidenti danni al territorio che ciò comporta, ma viene anche evitato l’inquinamento legato al trasporto su strada.
Il Piano Costa 2010-2019 prevede tre grandi interventi di ripascimento. A disposizione ci sono le riserve di sabbia di ben 7 giacimenti sottomarini individuati al largo della costa emiliano-romagnola, per un totale di 300 milioni di metri cubi si sabbia.
Secondo gli studi compiuti dai tecnici regionali, nei prossimi 10 anni per mantenere in equilibrio il litorale emiliano-romagnolo sarà necessario portare complessivamente a ripascimento 6 milioni di metri cubi di sabbia, di cui 2,4 potranno essere prelevati da fonti litoranee e 3,6 da giacimenti sottomarini.
Dopo aver evidenziato che per diversi motivi non è possibile allo stato attuale eliminare le scogliere, che coprono la metà del litorale regionale, il Piano affronta in maniera separata la gestione, nei termini di fabbisogno di sabbia, delle spiagge protette e di quelle libere da opere.
Per le spiagge libere vengono individuati alcuni tratti in cui andranno effettuati gli interventi di ripascimento. Si tratta di punti considerati dei veri e propri “siti di alimentazione” in quanto saranno poi le correnti marine a spostare il materiale sui restanti 47 km di spiaggia, garantendone così l’equilibrio.
La Regione Emilia-Romagna è fortemente impegnata a difendere l’equilibrio delle proprie aree costiere. E non da oggi. Il primo piano per la gestione costiera risale infatti al 1981, cui ne è seguito un altro nel 1996. Nel 2005 l’Assemblea legislativa ha approvato le linee guida del GIZC, il Piano per la gestione integrata per le zone costiere, un innovativo strumento in linea con le indicazione dell’Unione europea per riorientare verso la piena sostenibilità ambientale tutte le attività che insistono sulla costa. Il primo intervento di ripascimento con sabbie sottomarine realizzato nel 2002 ha previsto il prelievo di 800 mila metri cubi di sabbie che attraverso un sistema di tubazioni sono stati portati su otto spiagge. Un intervento di dimensioni analoghe è stato realizzato nel 2007