
(ANSA) – MILANO, 09 OTT – “Sono stato la prima volta in
Italia a Parma per una gara. Mi ricordo che ho subito atti di
razzismo, avevo 13 anni. Dei ragazzini che provenivano da altri
paesi mi gridavano di tutto. Mio padre mi disse di combattere in
pista, non con i pugni. Fortunatamente ho seguito il consiglio,
altrimenti sarei andato in galera. Ma succede in tutto il mondo,
non solo in Italia”. Lo ha detto il pilota della Mercedes Lewis
Hamilton, intervistato durante il Festival dello Sport
organizzato dalla Gazzetta dello Sport. “Non ho trascinato tutta
la F1 nella lotta al razzismo, il processo è in corso e ci vorrà
del tempo – ha proseguito -. Voglio portare un cambiamento,
questo è il mio sogno. Prendo ispirazione da tante persone, Ali
è il mio atleta prefetito ma anche Serena Williams, Nelson
Mandela”.
Hamilton ha poi parlato anche della sua carriera in F1: “Per
me era un grande obiettivo arrivare in Formula 1, essere
affiancato a un mito come Schumacher è incredibile. Il segreto
della Mercedes? Il lavoro di squadra, si vince e si perde
insieme. La più grande delusione è stata perdere il Mondiale del
2007, è stata davvero difficile da digerire. Fortunatamente ci
siamo ripresi”. (ANSA).
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