FINI: E’ BOSSI IL VERO PREMIER. NON SI VOTERA’ QUEST’ANNO

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha preso parte al programma di approfondimento Porta a Porta condotto dal giornalista Bruno Vespa. Con evidente determinazione non ha risparmiato attacchi al presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Silvio Berlusconi. “Il problema non è Bossi, ma Berlusconi che ha concesso a Bossi di essere il dominus del governo. Il vero presidente del Consiglio è Bossi. Berlusconi è un signore che ha bisogno del rapporto vitale con la Lega perché solo con la Lega possono essere approvate alcune leggi”. Secondo Fini “A Berlusconi basta dirgli sempre di sì e va tutto bene, io ho commesso l’errore di consegnargli la storia della destra italiana” con la fusione di An e Forza Italia”.

“Oggi – dice ancora il presidente della Camera – non c’è più nella maggioranza uno che, come facevo io, contesta Bossi quando dice cose lesive dell’identità nazionale”.

Poi Fini passa a parlare di Gheddafi. “Sono stato l’unico uomo politico che non ha mai incontrato Gheddafi”. E ancora aggiunge, “Senza voler polemizzare, sono uno dei pochi che ha i titoli per dirlo, rispetto ai tappeti rossi e addirittura, come ha ricordato lui stesso, Berlusconi gli ha baciato la mano neanche fosse un’eminenza, sono stato l’unico uomo politico che non solo non ha mai incontrato Gheddafi ma che quando ci fece aspettare un’ora e mezzo gli ha chiuso la porta del parlamento, che non è un albergo”. Secondo Fini Gheddafi ” è un satrapo sanguinario”.

In merito al suo ruolo istituzionale attuale Fini ribadisce che non ha intenzione di dimettersi da presidente della Camera e rilancia con una stoccata al presidente del Consiglio: “Sa quanti uomini politici si sono dimessi quando sono stati coinvolti in vicende giudiziarie?”.

In conclusione, la terza carica dello Stato italiano parlando di riforme è netto e dice che “Io più che una riforma della giustizia auspicherei un piano di rilancio dell’economia”. Invece “Col federalismo – mette in guardia Fini – c’è il rischio per i cittadini di un aumento delle imposte”. Malgrado le critiche, secondo il presidente della Camera al momento il governo non rischia però di entrare in crisi. “Dopo la decisione saggia di allungare i tempi del federalismo regionale – ha commentato – è chiaro che non si voterà più quest’anno”.

4 marzo 2011