La Fondazione Ravenna Risorgimento, in collaborazione con l’Istituzione Biblioteca Classense, insieme a Società Conservatrice del Capanno Garibaldi, ANVRG e AMI, ha organizzato sabato 29 marzo, alle ore 17:00, presso la sala Dantesca della Biblioteca Classense, il convegno pubblico Sgombri dal suolo italico ogni dominio straniero. Il Proclama di Rimini del 1815, Gioacchino Murat, Pellegrino Rossi e l’indipendenza italiana.
Dopo i saluti della Presidente dell’Istituzione Biblioteca Classense, Patrizia Ravagli, e del Presidente della Fondazione Ravenna Risorgimento, Eugenio Fusignani, sarà Antonio Patuelli, in dialogo con il vicedirettore de Il Resto del Carlino Valerio Baroncini, a parlarci delle circostanze che portarono alla stesura del Proclama di Rimini e agli eventi che seguirono, fino alla morte Gioacchino Murat, catturato a Pizzo Calabro dalle truppe dell’Esercito borbonico e giustiziato il 13 ottobre 1815.
“Ricorrono quest’anno i 210 anni dal Proclama di Rimini – commenta Eugenio Fusignani- che viene convenzionalmente indicato come l’inizio del nostro Risorgimento. Nel Proclama, forse opera di Pellegrino Rossi Murat lanciò un appello agli italiani perché tentassero di guadagnarsi con le armi unità e indipendenza. Lo storico Piero Pieri lo definì un estremo tentativo di separare le sorti della penisola da quelle di un Napoleone oramai sconfitto.”
Il Proclama di Rimini toccò particolarmente Alessandro Manzoni che compose un canto con lo stesso titolo a sostegno della lotta degli italiani per la loro indipendenza e unità. Il canto di Manzoni, dopo la sconfitta e morte di Murat, rimase incompiuto e fu pubblicato solo nel 1848.
“Il Risorgimento – prosegue Fusignani – è stato un periodo di grande speranza, ma anche di profonde sfide, e i valori che hanno animato i protagonisti di quella stagione sono ancora oggi di straordinaria attualità.”
“La politica odierna – aggiunge Fusignani- sembra spesso lontana dalla passione ideale e dalla tensione di quei tempi e il dialogo e la visione di una nazione che sappia guardare oltre le divisioni, sembra essersi smarrito. Per questo serve recuperare l’esempio di uomini come Mazzini, Garibaldi e Cavour, che pur nelle loro differenze ideologiche, seppero trovare un terreno comune che mise l’Italia al di sopra di ogni particolare.”
“Oggi, più che mai – continua Fusignani- c’è bisogno di quella stessa capacità di sintesi, di quella volontà di fare un passo indietro per il bene comune, di quella visione alta e lungimirante che guarda all’interesse del Paese e non al tornaconto individuale.”
“Questo evento, grazie alle riflessioni di Antonio Patuelli – conclude Fusignani- sarà un’occasione importante per riscoprire non solo i valori del Risorgimento e gli ideali che lo animarono, ma anche per capirne l’attualità del messaggio e la necessità di riscoprirli per rafforzare il senso civico e la conoscenza, ancor più indispensabili in un’epoca dominata dall’approssimazione superficiale dei social nel confronto democratico.”
Comunicato stampa