Si è spento a 64 anni Fabrizio Borra, fisioterapista di fama internazionale, anima silenziosa e mani sapienti dietro le imprese di sportivi e artisti. Nato a Brescia ma da decenni radicato in Romagna, Borra non era un volto noto al grande pubblico, ma tutti sapevano chi era nel mondo dello sport ad alto livello: una figura di riferimento, riservata, instancabile, sempre presente quando il corpo cedeva e la mente vacillava.
Il suo lavoro ha accompagnato campioni come Marco Pantani, Michael Schumacher, Fernando Alonso, Paolo Bettini, Gianmarco Tamberi, ma anche artisti come Roberto Benigni e Jovanotti, che aveva seguito nel delicato percorso di recupero dopo un incidente in bici. La notizia della sua morte ha lasciato un vuoto non solo tra chi ha calcato i podi, ma anche tra chi lo ha conosciuto per l’umanità con cui affrontava il dolore e la fatica altrui.
La forza nascosta dietro ogni ripartenza
Borra era l’uomo che restava nell’ombra quando arrivavano gli applausi, ma era lì, costante, quando servivano pazienza, tecnica e fiducia. Un professionista che sapeva ascoltare il corpo, ma anche il silenzio di chi stava attraversando un momento difficile. Le sue mani hanno riacceso carriere, tenuto in piedi sogni, accorciato il tempo tra una caduta e una rinascita.
L’ultimo saluto dai suoi atleti
A ricordarlo, tra i tanti, è stato Gianmarco Tamberi, che ha affidato ai social un messaggio struggente: un omaggio a un uomo che definisce “parte della sua famiglia”, sempre un passo indietro nei successi, ma un pilastro nei momenti più duri.
Borra combatteva da tempo contro una malattia. Ha lasciato la vita così com’era vissuta: con discrezione, senza clamore, ma lasciando dietro di sé una scia indelebile di gratitudine, rispetto e affetto sincero.