Forlì, presunta aggressione al cimitero monumentale: 50enne a giudizio per violenza sessuale

Un’aula di tribunale ha riportato oggi alla luce un episodio che, per luogo e dinamica, assume contorni drammatici e surreali. Al centro del processo, un operatore necroforo forlivese di 50 anni accusato di violenza sessuale nei confronti di una donna di 48 anni. La presunta vittima ha ripercorso davanti ai giudici il pomeriggio di ottobre 2022 in cui sarebbe stata aggredita all’interno del cimitero monumentale di Forlì.

Secondo quanto ricostruito in udienza, la donna si trovava in quel periodo a scontare una pena alternativa, svolgendo lavori socialmente utili proprio all’interno del camposanto, dopo una condanna per guida in stato di ebbrezza. Nei giorni precedenti, si era inserita nella routine degli addetti, conoscendo personale e operatori con cui condivideva pranzi e momenti di pausa.

La giornata dell’aggressione, raccontata ieri in aula davanti al collegio presieduto da Monica Galassi, era iniziata come tante altre, tra mansioni di pulizia e brevi interazioni con i colleghi. Dentro i locali interni, noti tra gli addetti come “il forno”, si sarebbe consumato l’episodio contestato: la donna ha riferito di essere stata avvicinata dall’imputato con avances sempre più pesanti, culminate in un comportamento fisico che l’ha indotta a fuggire spaventata. L’inseguimento tra i viali del cimitero, fino allo spogliatoio dove la 48enne è riuscita a chiedere aiuto, ha segnato la drammatica conclusione di quei momenti concitati.

L’intervento dei familiari, dei carabinieri e del personale sanitario aveva chiuso la vicenda sul piano immediato, ma oggi a palazzo di giustizia lo scenario si è riproposto con tutto il suo peso. Da un lato l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Emanuele Daddi, che punta a dimostrare come l’episodio costituisca una chiara aggressione sessuale; dall’altro la difesa, guidata dall’avvocato Filippo Raffaelli, pronta a smontare la denuncia e a presentare la versione dell’imputato nelle prossime udienze.

La donna, assistita come parte civile dall’avvocato Igor Bassi, è apparsa provata nel rievocare ciò che sostiene di aver subito. La testimonianza dell’imputato e quella di ulteriori persone informate sui fatti saranno i prossimi passaggi procedurali, fondamentali per delineare le responsabilità.

Il processo prosegue quindi con la gravità e l’eco di una vicenda che ha colpito non solo una persona, ma anche l’immaginario collettivo: un’aggressione che sarebbe avvenuta in un luogo simbolico di silenzio e memoria, trasformato in teatro di paura e di giustizia da celebrare.