Forlì, si finge ufficiale dei Carabinieri e promette posti di lavoro: smascherato truffatore seriale

Indossava l’abito dell’onorabilità e il linguaggio delle istituzioni per accreditarsi come alto ufficiale dell’Arma, con presunti legami diretti al Ministero della Difesa. In realtà, dietro quel volto apparentemente autorevole si celava un abile impostore: un uomo di 50 anni, residente nella provincia di Forlì-Cesena, ora denunciato dai Carabinieri del Comando Provinciale con le accuse di truffa aggravata e sostituzione di persona.

La complessa indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì, ha consentito di fare piena luce su un articolato sistema fraudolento messo in atto tra la fine del 2024 e il febbraio 2025. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il cinquantenne si sarebbe falsamente qualificato come ufficiale dell’Arma in servizio presso il Ministero della Difesa, millantando incarichi e conoscenze istituzionali utili a garantire l’accesso a posti di lavoro pubblici, appalti e collaborazioni professionali.

Una rete di raggiri tra Forlì, Rimini e Ravenna

Il raggiro è stato portato avanti con destrezza e continuità, coinvolgendo decine di ignare vittime, residenti principalmente nelle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. L’uomo, con modi persuasivi e dettagli verosimili, proponeva presunte opportunità lavorative legate a progetti ministeriali, chiedendo in cambio il versamento di ingenti somme di denaro – in alcuni casi anche svariate migliaia di euro – per spese amministrative, corsi di formazione fittizi, iscrizioni a registri ufficiali del tutto inesistenti.

Ma le sue mire non si sono fermate ai privati cittadini: le attività investigative hanno infatti rivelato che tra le vittime vi sono anche diverse imprese del territorio, attirate con la promessa di futuri appalti pubblici o incarichi istituzionali riconducibili al Ministero della Difesa. Anche in questi casi, l’impostore riusciva a ottenere dati sensibili e bancari, oltre a versamenti in denaro, sempre giustificati da finalità formali o burocratiche, mai realmente esistite.

Le indagini e il materiale sequestrato

Nel corso delle perquisizioni a carico dell’uomo, i Carabinieri hanno sequestrato numerosi documenti e dispositivi ritenuti fondamentali per la ricostruzione della truffa: lettere con intestazioni ministeriali false, schemi di progetto artefatti, moduli di iscrizione taroccati. Elementi che confermano la struttura premeditata e sistematica del raggiro.

La vicenda, che ha destato forte indignazione anche per il coinvolgimento emotivo delle vittime – molte delle quali confidavano in un’occasione di riscatto professionale – è ora al vaglio della magistratura. Le indagini proseguono per verificare l’eventuale coinvolgimento di complici e accertare l’estensione del danno economico complessivo.

L’appello dell’Arma: «Attenzione ai falsi rappresentanti»

In una nota, il Comando Provinciale dei Carabinieri invita i cittadini alla massima prudenza e a diffidare di chi promette facilitazioni lavorative o istituzionali dietro compenso, soprattutto se millanta rapporti con Forze Armate o ministeri. Le istituzioni, ribadiscono i militari, non operano mai attraverso intermediazioni informali né richiedono versamenti in denaro per accedere a ruoli pubblici o percorsi professionali.

Chiunque ritenga di essere stato vittima di situazioni analoghe è invitato a presentarsi presso la più vicina caserma dei Carabinieri per sporgere denuncia.