Era l’1 ottobre 1949 quando -scriveva trent’anni fa Aldo Natoli- “a Pechino gli uomini che nel lontano 1927, reduci dalla più tragica delle disfatte, avevano cominciato a costruire la nuova storia della Cina, proclamavano la fondazione della Repubblica Popolare”.
Sei decenni dopo, e nonostante le cose siano decisamente cambiate, è festa grande. Anche agli sportelli postali. Lo sterminato Paese, infatti ha già richiamato il giro di boa sfornando, il 21 settembre, due celebrativi da 1,20 yuan l’uno, ed oggi sono giunte altre due serie. La prima articolata in sei tagli con lo stesso nominale più un settimo da 6,00 unità in foglietto. La restante è organizzata in quattro dentelli, ancora al costo di 1,20 yuan ognuno. Per l’occasione è facile immaginare che sul mercato seguiranno confezioni commemorative ed ulteriori prodotti.
Intanto, oggi Hong Kong ha proposto, in modalità coordinata, sei francobolli per complessivi 16,10 dollari (i singoli facciali ammontano a 1,40, 1,80, 2,40, 2,50, 3,00 e 5,00), organizzati in fogli e in un blocco dove sono disposti a cerchio per disegnare lo “0” di “60”. In più, figura un foglietto contenente altri due dentelli da 5,00 dollari ognuno. Macao, dal canto suo, ha lanciato contestualmente quattro pezzi (1,50, 2,50, 3,50 e 4,00 patacas) e un foglietto (10,00).
In base alle informazioni raccolte, è stato predisposto un libretto di prestigio in grado di raccogliere i tre foglietti.
Pure il monte Titano, che tradizionalmente mantiene con Pechino un rapporto particolare, ha ricordato l’appuntamento storico impiegando un annullo il 19 settembre.