Fridays for Future: ‘La battaglia del Lago Bullicante un punto di partenza’

“La battaglia per il Lago Bullicante ex Snia è parte della nostra lotta per la giustizia climatica. Per questo, abbracciamo quella per l’allargamento del Monumento naturale”.  I giovani di  Fridays for Future Roma, il gruppo locale del movimento internazionale fondato dalla svedese Greta Thunberg, non hanno dubbi: l’oasi naturale sulla via Prenestina, una delle più trafficate della Capitale, deve essere tutelata. Per difendere l’ambiente a livello globale spesso è necessario partire da realtà più piccole, come la propria città.  Anche “il rewilding, (come quello che sta avvenendo all’ex Snia) fatto bene, seguito e curato per il tempo necessario è un modo di affrontare la crisi climatica”, spiega Emanuele Genovese, 25 anni, che da poco ha terminato il suo mandato come referente capitolino di Fridays for Future e ha seguito, al fianco del Forum Territoriale Parco delle Energie, gli incontri con la Regione Lazio. Restituire gradualmente alla natura un’area in un contesto urbano e densamente popolato come quello della periferia romana, ha enormi benefici: mitiga le alte temperature che spesso rendono invivibile l’esteta in città, assorbe i rumori delle auto e dei mezzi pubblici e offre un rifugio pacifico e rilassante a tutti gli abitanti del quartiere.

Secondo l’attivista, c’è anche un motivo in più per schierarsi con il lago: la tutela integrale non è solo “un vezzo”, è un passo fondamentale della lotta per la giustizia climatica a livello cittadino. “Attraversa una dimensione procedurale, perché fornisce uno spazio prezioso alla collettività” di condivisione, di confronto e di democrazia. L’area infatti già ospita numerosi eventi e assemblee degli abitanti del quartiere. In futuro sarà fondamentale “per quei processi partecipativi con i quali costruire insieme la riconversione ecologica”, afferma Genovese. L’istituzione del Monumento naturale è poi un atto “riparativo e redistributivo” verso la cittadinanza. “È la reazione a chi ha commesso un reato ambientale”, appropriandosi di un bene pubblico, come la falda acquifera che alimenta il bacino del Lago Bullicante e lo ha gestito per anni “a danno della comunità”. Considerare tutto questo valore è fondamentale per “essere all’altezza” delle sfide dell’emergenza climatica.


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