Frontalierato da San Marino verso l’Italia: “Porrà problematiche inedite e complesse che vanno affrontate fin d’ora.” Rilanciata la collaborazione tra CSdL e CGIL sulle tematiche del lavoro frontaliero. Appello alle autorità di San Marino e Italia a riprendere il dialogo per cercare soluzioni al contenzioso aperto e garantire i necessari diritti ai lavoratori dei due paesi
Tenere sempre alta l’attenzione sulle problematiche dei 6mila lavoratori frontalieri occupati a San Marino, e iniziare ad affrontare il fenomeno del frontalierato alla rovescia, ossia dei sammarinesi che andranno a lavorare in Italia. È con questo presupposto che CSdL e CGIL, nella conferenza stampa di questa mattina, hanno presentato l’iniziativa pubblica organizzata congiuntamente per il pomeriggio sempre di oggi sul lavoro frontaliero.
Alla conferenza stampa sono intervenuti per la CSdL il Segretario Generale Giuliano Tamagnini e il Vice Segretario Gilberto Piermattei. Per la CGIL Andrea Amaro, Vice Segretario del Consiglio Generale degli italiani all’estero; Claudio Pozzetti, Coordinatore nazionale dei lavoratori frontalieri; Graziano Urbinati, Segretario Generale della Camera del Lavoro di Rimini; Lora Parmiani, della Segreteria CGIL Rimini.
Prima di passare al merito delle tematiche, CSdL e CGIL hanno espresso rammarico per l’impossibilità ad essere presenti dei tre parlamentari italiani del PD, che avevano aderito all’iniziativa, ma che hanno dovuto trattenersi a Roma per partecipare alle sedute di Camera e Senato. Si tratta del Senatore Claudio Micheloni, del Deputato Massimo Vannucci, della Deputata Elisa Marchioni, che ha inviato un suo messaggio di vicinanza e sostegno ai diritti dei frontalieri.
Frontalieri dall’Italia a San Marino – Le gravi difficoltà nei rapporti italo – sammarinesi, oltre agli effetti della crisi economica, rischiano di ripercuotersi negativamente sui circa 6mila lavoratori frontalieri occupati a San Marino. Sui frontalieri già grava da anni il problema fiscale. Ancora infatti non si è raggiunta quella legge ordinaria del Parlamento italiano, rivendicato con forza dai sindacati riuniti nel CSIR San Marino-Emilia Romagna-Marche, che deve fissare con equità e certezza il trattamento fiscale dei frontalieri, sottraendolo alla discrezionalità delle annuali leggi finanziarie, provvedendo anche ad alzare la franchigia, ancora ferma al 2003. Sul diritto alla stabilizzazione, è stato ricordato nella conferenza stampa, negli ultimi anni a San Marino si sono fatti importanti progressi a livello contrattuale, realizzando il passaggio al tempo indeterminato dopo sette anni di lavoro continuativo. A tutt’oggi sono circa 3.500 i lavoratori frontalieri stabilizzati, 7-800 lo saranno nel corso dell’anno, mentre gli altri (assunti dopo il 2003) matureranno progressivamente il diritto alla stabilizzazione.
Recentemente, in occasione della manovra correttiva di bilancio, si è assistito a dichiarazioni di esponenti della maggioranza che ipotizzano – “per far fronte alla crisi” – il congelamento del percorso di stabilizzazione dei frontalieri. Una ipotesi assurda e inconcepibile, hanno ribadito CSdL e CGIL, che non possono assolutamente accettare che i lavoratori non residenti siano usati come merce di scambio nei “rapporti di forza” tra i due paesi.
Frontalierato da San Marino all’Italia – L’intenzione di alcune aziende sammarinesi di trasferirsi in Italia per effetto del Decreto incentivi, potrebbe creare un fenomeno di frontalierato “alla rovescia”. Un fenomeno sostanzialmente inedito, che pone problematiche su cui grava la massima incertezza. Non sappiamo a quali condizioni e con quali diritti verranno assunti, anche tenendo conto che i sammarinesi, fatte salve le convenzioni e gli accordi bilaterali tra San Marino e Italia, potrebbero essere soggetti alle condizioni e anche alle “quote” numeriche previste per i cittadini extracomunitari. Il Governo sammarinese non ha dato nessuna risposta alle richiese del sindacato di interessarsi alla problematica per cercare le necessarie soluzioni.
La conferenza pubblica – La conferenza pubblica di oggi, oltre a rilanciare la collaborazione tra CSdL e CGIL sul tema del lavoro transfrontaliero, vuole rappresentare un appello alle autorità dei due paesi innanzi tutto a risolvere il contenzioso aperto, e a dare risposte in termini di diritti ai lavoratori dei due paesi. Le risposte alla crisi non vanno cercate nella riduzione dei diritti dei lavoratori, qualunque sia la loro nazionalità e residenza. Inoltre, vuole essere un contributo alla ricerca di un dialogo e collaborazione tra San Marino e Italia, partendo proprio dall’affrontare le tematiche a livello territoriale, in quanto la Repubblica del Titano e le aree limitrofe sono realtà tra loro profondamente intrecciate. Anche le istituzioni sammarinesi dovrebbero rapportarsi costantemente – cosa che non fanno – con le autorità locali delle province circostanti, oltre che con le istituzioni dello Stato centrale.
Il frontalierato in Italia e in Europa – Complessivamente in Europa i frontalieri sono circa un milione. In Italia sono oltre 65mila. La fetta più grossa, 50mila, è rappresentata dagli italiani occupati in Svizzera. I frontalieri italiani a San Marino – circa 6mila – sono per numero al secondo posto, seguiti dai frontalieri che varcano il confine di Montecarlo (5mila).
Ufficio Stampa CSdL