Game of Thrones, 5 domande aperte sul quarto episodio della settima stagione

Nel quarto episodio della settima stagione Daenerys ribalta la situazione e il destino di un personaggio è molto in dubbio, così come ci sono molti altri aspetti da chiarire

A quanto si legge in rete, il quarto episodio della settima stagione di Game of Thrones è stato finora uno dei più apprezzati di questo nuovo ciclo: in The Spoils of War, infatti, abbiamo visto Daenerys prendere in mano la situazione della guerra contro i Lannister, dopo i passi falsi della flotta Greyjoy e l’inutile conquista di Castel Granito. La Madre dei Draghi ha scagliato infatti i Dothraki e i suoi sputafuoco contro l’esercito guidato da Jaime, reduce dalla vittoria a Alto Giardino.

Nel frattempo Jon Snow ha iniziato a estrarre il vetro di drago a Dragonstone, mentre a Grande Inverno abbiamo assistito al ricongiungimento di Arya con i fratelli Sansa e Bran. Dal canto suo Cersei ha convinto il banchiere Tycho a concederle un ulteriore prestito dopo che il precedente sarà saldato con l’oro dei Tyrell, anche se il ribaltamento della situazione getta ora tutto nell’incertezza. Così come altri dubbi ha suscitato l’episodio, eccone alcuni.

1. Perché è importante quel pugnale?

Alcuni spoiler avevano anticipato il ritorno del pugnale in acciaio di Valyria che avevamo visto alla cinta di Arya sulla copertina di un magazine ma anche fra le pagine di un libro alla Cittadella durante il primo episodiodi questa stagione. Ora finalmente quel pugnale è stato consegnato a Brane poi da lui alla sorella. Non è azzardato pensare che quest’arma avrà un ruolo fondamentale nello sviluppo della trama, come in effetti l’ha avuto per il suo esordio.

Il pugnale è esattamente quello usato dall’assassino che voleva uccidere Bran dopo che il bimbo aveva scoperto la relazione fra Cersei e Jaime. La volontà di Catelyn Stark di capire chi fosse il mandante di quel tentato assassinio (e quindi il proprietario del pugnale) ha scatenato la guerra dei Cinque Re, soprattutto dopo che Ditocorto aveva falsamente indicato Tyrion come il possessore dell’arma. Insomma, se il pugnale è in qualche modo responsabile di tutti gli eventi di Game of Thrones, potrebbe essere anche fondamentale per lo scontro con gli Estranei dato che l’acciaio di Valyria è una delle poche armi in grado di fermare i non-morti. E che ora sia in mano a Arya ci fa stare certi su un suo uso alquanto aggressivo.

2. Cosa dice Bran a Ditocorto?

La scena della consegna del pugnale a Bran è significativa soprattutto perché dimostra ulteriori crepe nel piano manipolatore di Ditocorto, il quale, dopo essere ripetutamente respinto da Sansa, cerca di ingraziarsi lo Stark appena ritrovato. Il loro colloquio si conclude però in modo piuttosto ambiguo, con Petyr Baelish visibilmente turbato dalle parole del nuovo Corvo dai Tre Occhi.

Ditocorto cercava infatti di mostrare compassione per il caos che Bran aveva trovato al rientro a Grande Inverno, ma il giovane gli causa un evidente disagio rispondendo: “Il caos è una scala“. Il motivo di tale turbamento sta nel fatto che quelle parole erano state pronunciate proprio da Baelish in una sua conversazione con Varys nella terza stagione“Il caos non è un pozzo, è una scala. Molti di quelli che hanno provato a scalarla hanno fallito, altri si rifiutano di salirla. Ma solo la scala è reale”. Insomma un concentrato della filosofia machiavellica di Ditocorto che ora però ha compreso che Bran potrebbe essere a conoscenza di tutte le sue macchinazioni e tutti i suoi tradimenti.

3. Cosa sa Jon Snow dei Figli della Foresta?

In una delle scene relativamente più calme dell’episodio, Jon Snow accompagna Daenerys nella miniera di vetro di drago (altra arma che uccide gli Estranei) a Dragonstone: per cercare di convincerla ad aiutarlo le mostra i graffiti alle pareti che mostrano l’alleanza fra i Figli della Foresta e i Primi Uomini nel tentativo di fermare l’orda dei non-morti, tutto ciò molto prima dell’inizio delle vicende narrate in Game of Thrones.

Fin dall’inizio della saga tutte le storie sugli esseri soprannaturali come i Figli della Foresta erano tacciate come leggende (“I draghi sono spariti, i giganti morti e i Figli della Foresta dimenticati“, disse Maestro Luwin a Bran nella seconda stagione). Solo Bran però ha finora incontrato queste creature al di là della Barriera, quindi cosa può saperne Jon? Probabilmente a informarlo è stato il fido Sam Tarly, che già al Castello Nero aveva fatto delle ricerche sui Figli della Foresta. I quali, fra l’altro, sono loro stessi responsabili della creazione degli Estranei come protezione dai Primi Uomini. Con questi ultimi tuttavia, una volta compresa la malvagità dell’orda, si sono alleati per respingerla e costruire la Barriera (ma questo probabilmente Jon Snow non lo sa).

4. Cos’è la Compagnia Dorata? 

È stato solo un riferimento veloce, anche perché Approdo del Re non ha avuto molto spazio in questo episodio, ma potrebbe essere rivelatore. Parlando al banchiere Tycho, Cersei gli comunica che intende usare il nuovo prestito della Banca di Ferro per ingaggiare i soldati della Compagnia Dorata. I fan più attenti di Game of Thrones ricorderanno che di loro avevamo già sentito parlare quando, durante la quarta stagione, Ser Davos consiglia inutilmente a Stannis Baratheon di avvalersi dei loro servigi.

Si tratta di una compagnia di 10mila mercenari collocati a Essos, ma formati da persone in esilio per svariati motivi da Westeros e dai loro discendenti. Sempre nella quarta stagione, quando Jorah Mormontsconsiglia a Daenerys di fidarsi di Daario in quanto mercenario, la Madre dei Draghi ricorda che lui stesso lo è stato, avendo fatto parte della Compagnia Dorata. L’intento di Cersei è quello di rimpolpare le proprie truppe, ormai decimate da anni di guerra e ancor di più stremate dopo questo episodio.

5. Che fine farà Jamie?

 Il finale di The Spoils of War non è stato certo privo di adrenalina. Se le scene della battaglia fra l’esercito Lannister e i Dothraki, per non parlare dell’intervento dei draghi di Daenerys, sono state epiche, sono stati proprio i momenti finali a togliere il fiato. Bronn, infatti, era riuscito a ferire Drogoncon l’arma di Qyburn, costringendo la Madre dei Draghi a un atterraggio d’emergenza. Jaime tenta allora un tentativo disperato di ucciderla a terra con una lancia ma la sua corsa è interrotta dal fuoco sputato da Drogon; lo Sterminatore di Re è salvato dall’intervento forse dello stesso Bronn che lo getta nel fiume.

L’episodio si conclude proprio così, con Jaime che affonda nelle acque a causa della pesante armatura (e della mano d’oro): sarà davvero morto? Sono in molti a dubitarne, soprattutto per via delle numerose teorie secondo cui il suo fato è strettamente legato a quello di Cersei: o sono destinati a morire assieme così come assieme sono nati, oppure Jaime è proprio il valonqar delle profezia, il fratello minore che ucciderà la stessa Cersei. Inoltre deve ancora consegnarle la notizia che scagionerebbe Tyrion dall’aver avvelenato Joeffry; lo stesso Tyrion ha assistito alla scena e potrebbe salvare il fratello magari tentando di portarlo dalla sua parte, dato il recente allontanamento dalla sorella regina.

In generale, un’uscita di scena così prematura sembra altamente improbabile, anche se Game of Thrones ci ha abituato proprio a questa estrema imprevedibilità.