Garlasco, omicidio Chiara Poggi: al setaccio i messaggi di Andrea Sempio. Non furono mai acquisiti ai tempi dell’indagine che portoò alla condanna di Alberto Stasi

A Garlasco, a distanza di molti anni dall’omicidio di Chiara Poggi, emergono ancora dettagli e riflessioni che alimentano il mistero intorno a quella vicenda dolorosa. La giovane, uccisa nel 2007, è stata al centro di indagini complesse e controversie giudiziarie. Un recente approfondimento mette in luce aspetti finora poco chiari, soprattutto riguardo ai rapporti tra la vittima e alcune persone vicine, con elementi che sembrano contraddire testimonianze precedenti.

Le indagini si sono concentrate sull’analisi delle comunicazioni telefoniche della vittima e delle persone a lei collegate. Dalle verifiche svolte dai carabinieri di Vigevano, emerge che non vi era alcuna continuità o intensità nei rapporti tra Chiara e le cugine Cappa, come invece queste ultime avevano dichiarato. La relazione investigativa, redatta quasi un anno dopo il fatto, esclude che tra le due parti potesse esserci stato un clima tale da generare sentimenti di odio o invidia capaci di sfociare in un gesto violento.

Inoltre, l’analisi dei tabulati mostra che Chiara aveva una cerchia di contatti piuttosto limitata e regolare, senza particolari frequentazioni o misteriosi rapporti nascosti, nonostante alcune testimonianze avessero suggerito l’esistenza di un secondo telefono e di presunte relazioni “intrallazzate”. Nonostante ciò, le indagini non sono riuscite a chiarire completamente tutti gli aspetti relativi alle frequentazioni della vittima.

Altre questioni rimangono aperte, come la sparizione della borsetta di Chiara e il ruolo di alcuni amici che non sono mai stati approfonditi a fondo. Un altro punto di interesse riguarda il Santuario della Bozzola, luogo che, secondo una delle ipotesi investigative, sarebbe stato frequentato da Chiara solo in occasioni sporadiche e non in modo regolare, come invece era stato ipotizzato in alcune ricostruzioni.

Parallelamente, un episodio drammatico come il suicidio di Michele Bertani, amico stretto di Andrea Sempio, figura coinvolta nelle indagini, ha alimentato ulteriori interrogativi. Il messaggio lasciato da Bertani su Facebook e le parole intercettate di Sempio lasciano intuire che alcune verità potrebbero non emergere mai del tutto.

Questi nuovi elementi spingono la procura di Pavia e le forze dell’ordine a continuare a indagare, nonostante il processo che ha portato alla condanna di Alberto Stasi a 16 anni per l’omicidio di Chiara sia ormai concluso. Il caso, con le sue ombre e i suoi punti oscuri, resta uno dei più discussi e controversi nella cronaca giudiziaria italiana recente.