MENTRE l’afflusso di gas e petrolio verso l’Europa è messo a rischio in queste settimane dalla crisi ucraina e dai disordini in Nord Africa, e la Croazia ha accelerato sull’esplorazione di nuovi giacimenti in Adriatico, arriva il decreto Sblocca Italia che toglie alle Regioni il potere di veto sulla ricerca e l’estrazione di idrocarburi.
L’Emilia Romagna è una delle Regioni che si è avvalsa finora di questo potere, nonostante la quantità di gas custodita nei fondali marini e nei pozzi di petrolio di Cavone, in Emilia.
La strategia energetica nazionale (Sen) punta a raddoppiare, entro il 2020, l’estrazione di idrocarburi fino a 24 milioni di barili equivalente all’anno. Per raggiungere questo obiettivo sono previsti investimenti per 15 miliardi di euro, 25 mila nuovi posti di lavoro, un risparmio sulla fattura energetica nazionale di 5 miliardi all’anno e un miliardo di euro di entrate fiscali aggiuntive.
Già oggi – come si legge negli studi di Nomisma Energia – l’Adriatico ospita 62 concessioni per l’estrazione di idrocarburi, all’interno delle quali sono operative 114 piattaforme, una novantina di queste di proprietà di Eni.
Nel 2013 la produzione di gas proveniente dalle concessioni in Adriatico è stata di 4.475 miliardi di metri cubi, pari al 58% dell’intera produzione italiana di gas. Il petrolio estratto in Adriatico ha coperto l’8% della produzione totale e i pozzi a terra di Cavone, in Emilia, hanno prodotto 2 milioni di chili l’anno di greggio, pari allo 0,5% della produzione nazionale.
Sulla ripresa dell’attività estrattiva, si sono espressi negativamente comitati locali del ‘no’ e associazioni come Legambiente. Ma il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ieri, proprio su Il Resto del Carlino, è stato chiaro: «Credo che in campo ambientale, sulle decisioni complesse, dobbiamo passare dall’emotività alla scienza. In questo campo abbiamo la normativa più restrittiva d’Europa e dobbiamo applicarla bene. Sono previste rigorose procedure di valutazione di impatto ambientale: se vengono rispettate tutte le condizioni di legge, lo Stato non può negare le autorizzazioni, non è possibile bloccare tutto». Il Resto del Carlino
