La guerra a Gaza continua a colpire il territorio palestinese con una violenza crescente. Nella giornata odierna, la Mushtaha Tower, un edificio di 12 piani nel cuore di Gaza City, è stata completamente distrutta dall’esercito israeliano. Secondo la Protezione Civile locale, solo oggi si contano 29 vittime: 19 colpite da raid aerei contro edifici residenziali e tendopoli per sfollati, e altre dieci decedute in diverse zone della Striscia di Gaza. L’abbattimento della torre rappresenta uno dei momenti più emblematici dell’offensiva in corso, sia per la sua altezza – la Mushtaha Tower era uno dei pochi “grattacieli” rimasti in piedi nell’enclave palestinese – sia per il simbolismo della distruzione della resistenza urbana.
Prima dell’attacco, l’esercito israeliano aveva lanciato avvisi di evacuazione per ridurre al minimo le vittime civili. Testimoni hanno raccontato di abitanti che, nel tentativo di salvare i propri averi, li hanno gettati dai piani superiori per recuperare ciò che potevano e mettersi in salvo. Appena trenta minuti dopo, la torre è stata colpita: i missili israeliani hanno centrato le fondamenta, provocando un crollo rapidissimo, simile a quello di un castello di carte. Nei video che circolano online si vedono le pareti tremare e accartocciarsi su sé stesse, mentre un’enorme colonna di fumo nero si alzano dalla zona.
Secondo l’IDF l’edificio ospitava infrastrutture sotterranee di Hamas utilizzate per pianificare e condurre attacchi contro le forze israeliane. “Sotto l’edificio è stata creata un’infrastruttura sotterranea da cui i terroristi di Hamas operano imboscate e vie di fuga”, ha dichiarato il portavoce militare israeliano, citato da Ynet News. L’azione rientra nell’operazione “Carri di Gedeone II”, che mira a conquistare completamente Gaza City entro il 7 ottobre (anniversario del terzo anno di guerra). L’esercito israeliano afferma di controllare circa il 75% della Striscia e il 40% della città, e prevede che fino a un milione di residenti possa spostarsi verso il sud del territorio.
Nel frattempo, le tensioni aumentano anche sul fronte dei rapimenti. L’ala armata di Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam, ha diffuso un video di due ostaggi: uno di loro, identificato dai media israeliani come Guy Gilboa-Dalal, implora il primo ministro Netanyahu di evitare un’offensiva su Gaza City, mentre l’altro, Alon Ohel, compare per la prima volta dal rapimento del 7 ottobre 2023. L’episodio dei rapimenti alimenta le proteste in Israele, dove familiari e cittadini continuano a manifestare per il rilascio degli ostaggi.
Le autorità israeliane ribadiscono che l’offensiva aerea proseguirà nei prossimi giorni con attacchi mirati contro “infrastrutture terroristiche” e grattacieli, considerati nodi strategici per Hamas. L’obiettivo dichiarato è la completa occupazione della città e il controllo dell’ultima grande roccaforte dell’organizzazione palestinese.
Nel frattempo, l’IDF continua a comunicare alla popolazione le evacuazioni obbligatorie, mentre la comunità internazionale monitora la situazione, preoccupata per le possibili conseguenze umanitarie. Negli ultimi giorni, inoltre, diversi giornalisti sono rimasti uccisi nella Striscia di Gaza mentre documentavano il conflitto, episodi che sottolineano i rischi estremi affrontati dai reporter in prima linea e rendono ancora più critica la situazione civile e umanitaria.
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