Una storica battuta d’arresto ha colpito Friedrich Merz, leader del centrodestra tedesco (CDU-CSU), che non è riuscito a essere eletto cancelliere alla prima votazione del Bundestag. Un evento senza precedenti nella storia della Repubblica Federale: è la prima volta dal 1949 che un candidato cancelliere non ottiene la maggioranza assoluta al primo turno.
La cosiddetta “piccola grande coalizione”, composta dall’Unione cristiano-democratica (CDU-CSU, centrodestra) e dal Partito Socialdemocratico (SPD, centrosinistra), disponeva di 328 voti. Tuttavia, Merz si è fermato a 310 preferenze: 18 franchi tiratori interni alla maggioranza hanno deciso di affossare la candidatura.
Con 307 voti contrari, 3 astenuti e un voto nullo, la debolezza politica dell’alleanza è emersa in tutta la sua evidenza. Il Bundestag tornerà a votare entro 14 giorni, ma la crisi interna è ormai evidente.
Weidel (AfD, estrema destra): “Una farsa finita bene”
A capitalizzare politicamente il fallimento è Alternative für Deutschland (AfD), partito di estrema destra noto per le sue posizioni nazionaliste, euroscettiche e anti-immigrazione. La leader Alice Weidel ha esultato su X: «È la prova che la coalizione Merz-SPD poggia su fondamenta marce. È una buona notizia che questa farsa sia fallita. Ora si torni subito alle urne».
Secondo Weidel, il mancato sostegno dimostra che “la volontà popolare è stata aggirata” e che Merz “non ha la legittimazione per guidare la Germania”. Da qui la richiesta: scioglimento del Bundestag ed elezioni anticipate.
Il nodo politico: centrodestra diviso, SPD in difficoltà, Verdi (centrosinistra-ambientalisti) assenti dal patto
Il fallimento dell’elezione di Merz rivela una spaccatura interna al campo conservatore e un crescente disagio tra le fila della SPD, costretta a sostenere un leader con cui condivide ben poco sul piano programmatico. Assenti da questa coalizione sono i Verdi (Die Grünen, centrosinistra ecologista) e i Liberali (FDP, centro liberale), esclusi dalla trattativa per la formazione di governo e ora osservatori interessati dell’instabilità parlamentare.
Nel frattempo, l’Unione Europea guarda con preoccupazione all’impasse berlinese. Valérie Hayer, capogruppo dei liberali al Parlamento Ue, ha definito il voto “un fulmine a ciel sereno”, sottolineando come la tenuta della Germania sia cruciale per la stabilità europea.
Le prossime tappe: seconda votazione e rischio governo di minoranza
Secondo l’articolo 63 della Legge Fondamentale tedesca, il Bundestag ha ora 14 giorni per organizzare un secondo scrutinio. Anche in quel caso sarà necessaria la maggioranza assoluta (316 voti). Se anche il secondo tentativo fallisse, si procederà a un terzo e ultimo voto con maggioranza semplice.
Nel caso in cui Merz non ottenesse neppure quella, la palla passerebbe al Presidente federale Frank-Walter Steinmeier, che potrà decidere se nominare Merz alla guida di un governo di minoranza o sciogliere il Bundestag e convocare nuove elezioni.
Un fallimento che rischia di trasformarsi in una crisi di sistema. La corsa di Friedrich Merz alla cancelleria, partita come una formalità, potrebbe diventare il punto di rottura definitivo per la coalizione centrista tedesca. Intanto, alle porte si affaccia una campagna elettorale anticipata, che potrebbe ridisegnare gli equilibri politici di Berlino e dell’Europa intera.