Una clausola lampo, stile Articolo 5 ma senza NATO: entro 24 ore dall’eventuale ripresa dell’aggressione russa, i Paesi che hanno firmato accordi di sicurezza con l’Ucraina si impegnerebbero a decidere — e coordinare — un pacchetto di aiuti militari, economici e di sanzioni. È l’idea che la premier Giorgia Meloni ha messo sul tavolo dei partner occidentali e che, secondo Bloomberg, sta circolando tra le capitali europee dopo la raffica di colloqui a Washington. Non sarebbe un invito nell’Alleanza Atlantica, ma una “NATO-light” a geometria variabile. Bloomberg.com
Secondo ricostruzioni convergenti, la proposta italiana — condivisa con Stati Uniti e Paesi che hanno firmato intese bilaterali con Kyiv — mira a colmare il vuoto tra l’obiettivo (difficile) dell’adesione alla NATO e la necessità (immediata) di deterrenza durante eventuali negoziati di pace. La cornice prevede consultazioni d’emergenza e una risposta politica e militare rapida, senza automatismi sull’invio di truppe. ANSA nota che proprio questo punto — boots on the ground sì o no — resta volutamente ambiguo. ANSA.it
Il tempismo non è casuale. Nelle stesse ore, il segretario generale della NATO Mark Rutte ha spiegato che non si discute l’ingresso di Kyiv nell’Alleanza, ma si valutano garanzie “tipo Articolo 5”: un ombrello politico-militare più stringente degli attuali memorandum, pur senza lo scudo pieno previsto dal Trattato di Washington. Reuters
Cosa significa “NATO-light”, tradotto dal diplomatico
L’Articolo 5 impegna i membri dell’Alleanza a considerare un attacco contro uno come un attacco contro tutti — ma lascia ai singoli Stati la scelta dei mezzi, “anche con l’uso della forza”. È la pietra angolare della difesa collettiva, invocata una sola volta (dopo l’11 settembre). Una garanzia “light” ne replica la logica politica (reattività e coesione), senza estendere a Kyiv il perimetro giuridico della NATO. nato.intshape.nato.int
Per l’Italia il terreno non è vergine: Roma ha firmato con l’Ucraina, il 24 febbraio 2024, un accordo di sicurezza decennale che già copre assistenza militare, addestramento, industria della difesa ed energia. La clausola delle “24 ore” sarebbe un acceleratore procedurale sulle decisioni da prendere in caso di nuova offensiva russa. governo.it
Perché adesso (e cosa c’entra Washington)
La finestra politica si è aperta dopo il tour de force alla Casa Bianca tra Donald Trump, Volodymyr Zelensky e diversi leader europei. A valle di quei colloqui, l’idea di garanzie “stile Articolo 5” è uscita dalla nicchia dei think tank ed è entrata nel lessico dei decisori. Ma l’agenda resta fluida: mentre da un lato si parla di “cornici” di sicurezza, dall’altro il presidente USA ha ridimensionato il suo ruolo di mediatore diretto nelle trattative con Mosca. Reuterstheguardian.com
La reazione di Mosca (e lo scoglio maggiore)
Il Cremlino ha già fatto sapere che qualsiasi garanzia per Kyiv dovrebbe includere la Russia stessa e gli altri membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU: una posizione che neutralizzerebbe lo spirito della proposta “NATO-light” e che Kyiv respinge da tempo. In parallelo, fonti e analisti a Washington segnalano che Mosca ha bocciato i tasselli più ambiziosi di un eventuale framework, dal dispiegamento di peacekeeper a garanzie rigide senza veto russo. ft.comThe Washington Post
Cosa cambierebbe sul campo
Nell’immediato, un meccanismo di decisione in 24 ore avrebbe due effetti: (1) fissare ex ante un percorso di consultazione per attivare aiuti e sanzioni, riducendo i tempi morti; (2) inviare un segnale di costo politico a Mosca in caso di “restart” della guerra dopo un cessate il fuoco. Restano però nodi aperti: quali capacità verrebbero pre-allocate (difesa aerea, munizioni, ISR), se la clausola contemplerebbe o meno la presenza militare diretta e come coordinare gli impegni nazionali già presi nei patti bilaterali del cosiddetto “Ukraine Compact”. ANSA.itRasmussen Global
Il punto giuridico (e perché non è l’Articolo 5)
Anche nell’Alleanza, l’obbligo dell’Articolo 5 non è un “interruttore” che ordina automaticamente l’intervento armato: ogni Stato decide “quali azioni ritenga necessarie”. Una garanzia “light” spingerebbe sulla tempestività decisionale, non sulla vincolatività della risposta — un compromesso realista per un’Europa che vuole deterrenza, ma teme l’escalation. nato.intCEPA
Italia e partner: dove si va
Per Roma, che guida da mesi la sponda europea delle garanzie e ha appena ribadito che “si apre una nuova fase” del dossier Ucraina, la clausola “in 24 ore” è un test di leadership e credibilità. Nelle prossime settimane la palla passerà ai firmatari degli accordi bilaterali (Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Italia e altri) per capire se la procedura lampo possa diventare un protocollo comune. ANSA.itRasmussen Global
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La clausola includerà esplicitamente l’eventuale invio di truppe, o si limiterà a difesa aerea, munizioni e sanzioni? ANSA.it
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La NATO sosterrà politicamente i “volenterosi”, pur restando fuori dal meccanismo? Reuters
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Come reagirà Mosca se l’Europa “blinda” Kyiv senza concederle alcun veto? ft.com

Reuters

The Washington Post

ft.com

The Washington Post
Nota: Per i riferimenti storici e giuridici sull’Articolo 5 si veda la documentazione ufficiale NATO; per il testo dell’accordo Italia-Ucraina del 24/2/2024, il pdf pubblicato da Palazzo Chigi. nato.intgoverno.it