
(ANSA) – ANCONA, 05 NOV – Istituire una Giornata degli
internati militari e politici italiani che, dopo l’8 settembre
1943, rifiutarono di combattere accanto alla Wehrmacht e per
questo furono rinchiusi in vari campi di concentramento in
Europa. Lo chiede il Rossano Corradetti, figlio di Mario, un
internato militare italiano (Imi), fatto prigioniero a Larissa,
in Grecia il 9 settembre 1943 e deportato nei campi di
concentramento nazisti in Germania tra cui Sandbostel e
Wietzendorf con il numero di matricola n.192792 fino al
settembre 1945. Corradetti ha inviato una petizione corredata da
circa 3mila firme al presidente Mattarela e a quello del Senato
La Russa.
Attualmente gli internati militari e civili vengono ricordati
insieme ai deportati ebrei nei lager e alle vittime della Shoah
il 27 gennaio, Giorno della Memoria. Rossano Corradetti, che
curato la pubblicazione del diario del padre e ne ha trasformato
la casa a Montottone (Fermo) in un piccolo museo dove sono
raccolti cimeli, libri e vario materiale sui campi di
concentramento e gli Imi, vorrebbe separare le due iniziative
commemorative. “Non c’è nessun intento divisivo – spiega
all’ANSA -, ma potrebbe essere un modo per fare conoscere meglio
la storia degli internati militari italiani, a cui i nazisti non
riconoscevano lo status di prigionieri di guerra e quindi privi,
ad esempio, delle tutele previste dalla Convenzione di Ginevra”.
Intanto è “in lavorazione e la manderanno appena pronta” la
Pietra d’inciampo che lo stesso Corradetti ha commissionato
all’artista Gunter Demnig, in ricordo del padre. Sono oltre 20
quelle installate nelle Marche, la maggior parte ad Ancona, per
commemorare i deportati (ebrei, militari e politici). Una
tradizione avviata dal Consiglio regionale delle Marche, ma poi
lasciata cadere. Tanto che Rossano si è rivolto direttamente a
Demnig, producendo tutta la documentazione sulla prigionia del
padre. “Ho già protocollato – annuncia – la richiesta al Comune
di Montottone, all’Ufficio Tecnico per chiedere l’autorizzazione
a installarla davanti alla porta di casa”. L’idea è di apporla
il 27 gennaio, Giorno della Memoria. (ANSA).
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