Per la prima volta alla fine dell’anno la quasi totalità dei lavoratori sarà senza contratto. La CSU ha deciso di unificare le rivendicazioni contrattuali in un documento comune che fungerà da punto di riferimento per tutti i contratti di settore; tratterà anche di politiche economiche, riforma fiscale, riforma del catasto, riforma pensionistica e dello stato sociale. A breve parte una vasta fase di consultazione con tutti i lavoratori
di Giuliano Tamagnini – Segretario Generale CSdL
La situazione politica e sociale del paese è quella che da tempo conosciamo, ed è sotto gli occhi di tutti. I rapporti bilaterali con l’Italia non sono mai stati ad un livello così basso, cosa questa che rischia di destabilizzare irrimediabilmente il nostro sistema economico e l’intero paese. A nulla sono valsi i ripetuti tentativi del sindacato di mettere tutti attorno ad un tavolo per, così dire, “fare sistema”, perché evidentemente chi è espressione del vecchio sistema economico, giunto irrimediabilmente al capolinea, non ha nessuna intenzione di cedere il passo ad un nuovo modello di sviluppo basato sulla centralità del lavoro, e non più su un sistema che drena risorse dall’Italia attraverso l’anonimato societario e il segreto bancario, ancora purtroppo in essere nonostante la tanto sbandierata stagione della trasparenza.
In un momento così delicato per le sorti del paese, quello che dovrebbe essere lo strumento principe della programmazione economica, cioè la legge finanziaria, non è ancora nella disponibilità delle parti, in quanto il Governo, nonostante la stessa finanziaria debba essere approvata prima di Natale, non ha ancora provveduto a renderla pubblica. In questo contesto succede, per la prima volta nella storia sindacale di San Marino, che la quasi totalità dei lavoratori dipendenti si troverà alla fine di quest’anno senza contratto di lavoro. Visto che da più parti si parla di sacrifici, e tutto lascia intendere che quelli più grossi li dovranno fare i lavoratori, i quali già da tempo stanno subendo il peso della crisi sotto forma di licenziamenti, cassa integrazione e attacco ai diritti, il Sindacato questa volta ha deciso di mettere le cose in chiaro fin da subito. Non può passare il principio che siccome c’è la crisi, non si fanno i contratti, facendo così pagare la stessa crisi ai soli lavoratori! Contratti che devono rimettere al centro un’azione sindacale degna di questo nome, che ridia dignità e coraggio al mondo del lavoro, troppo spesso frustrato dagli effetti nefasti di questa stranissima crisi innescata dal capitalismo finanziario mondiale.
Per conto nostro a San Marino viviamo anche un’altra crisi che è quella di struttura, dalla quale sembra che nessuno sappia come uscirne. Dalla crisi si esce rimettendo al centro proprio il lavoro, sostenendolo con precise ed efficaci politiche economiche: nei contratti vogliamo parlare proprio di questo. Per ciò la CSU ha deciso, vista l’eccezionalità della situazione e vista anche la totale assenza di idee di prospettive del potere politico e di quello economico, di unificare le rivendicazioni contrattuali in un documento comune che dovrà fungere da punto di riferimento per tutti i contratti. Documento che tratterà delle politiche economiche e di sviluppo, che si basi sull’economia reale, per dare nuove risorse finanziarie al paese; della riforma fiscale per creare una vera equità che porti ad una reale giustizia sociale; della riforma del catasto, che accerti il reale valore dell’ingente patrimonio immobiliare presente nel paese e concentrato nelle mani di pochi; della riforma pensionistica, e più in generale dello stato sociale, che permetta a questa grande conquista del secolo scorso di essere trasmessa con successo alle nuove generazioni.
Occorrerà impostare politiche delle retribuzioni che consentano di tutelare il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi, e che si pongano l’obiettivo di una diversa e più equa redistribuzione della ricchezza presente nel paese, così come vanno realizzate serie politiche di contrasto al lavoro nero dilagante, che è anche causa della totale inosservanza delle norme in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Le assunzioni a tempo indeterminato devono ritornare ad essere la normalità,; quelle temporanee devono servire solo ed esclusivamente per fronteggiare le emergenze, la stagionalità e la sostituzioni. Sulla base di tali indicazioni la CSU aprirà una vasta fase di consultazione con tutti i lavoratori, i quali – una volta condiviso e ampliato tali tematiche – le dovranno sostenere anche con azioni di lotta che possano consentire al movimento di tornare ad avere fiducia in se stesso.