Guterres (Onu): “Momento di opportunità: l’era dell’energia pulita” (rubrica internazionale a cura di David Oddone)      

U N I T E D  N A T I O N S       N A T I O N S  U N I E S

 

THE SECRETARY-GENERAL

*Rubrica internazionale a cura di David Oddone, giornalista referente Onu per la Repubblica di San Marino

 

“UN MOMENTO DI OPPORTUNITÀ: L’ERA DELL’ ENERGIA PULITA”

di António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite

 

L’energia ha segnato il cammino dell’umanità: dalla padronanza del fuoco, allo sfruttamento del vapore, alla scissione dell’atomo.  Oggi siamo all’alba di una nuova era. Il sole sta sorgendo su un’era di energia pulita.

 

L’anno scorso, quasi tutta la nuova capacità di produzione di energia elettrica proveniva da fonti rinnovabili. Gli investimenti nell’energia pulita sono saliti a 2.000 miliardi di dollari, 800 miliardi in più rispetto ai combustibili fossili.

 

Il solare e l’eolico sono oggi le fonti di energia più economiche del pianeta e i settori dell’energia pulita stanno creando posti di lavoro, stimolando la crescita e alimentando il progresso, nonostante i combustibili fossili ricevano ancora sussidi di gran lunga superiori.

 

I Paesi che si aggrappano ai combustibili fossili non stanno tutelando le loro economie, ma le stanno sabotando, minandone la competitività e perdendo la più grande opportunità economica del XXI secolo.

 

L’energia pulita offre anche sovranità e sicurezza energetica. I mercati dei combustibili fossili sono alla mercé degli shock dei prezzi, delle interruzioni delle forniture e delle turbolenze geopolitiche, come abbiamo visto quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Ma non ci sono picchi di prezzo per la luce del sole, né embarghi per l’eolico, e quasi tutte le nazioni hanno risorse rinnovabili sufficienti per essere autosufficienti dal punto di vista energetico.

 

Infine, l’energia pulita stimola lo sviluppo.  Può raggiungere le centinaia di milioni di persone che ancora vivono senza elettricità, in modo rapido, economico e sostenibile, soprattutto grazie alle tecnologie solari off-grid e su piccola scala.

 

Tutto ciò rende l’era dell’energia pulita inarrestabile. Ma la transizione non è ancora abbastanza veloce o equa. I Paesi in via di sviluppo vengono lasciati indietro.  I combustibili fossili dominano ancora i sistemi energetici e le emissioni continuano ad aumentare quando invece devono crollare per evitare il peggio della crisi climatica. Per risolvere la situazione, è necessario agire su sei fronti.

 

In primo luogo, i governi devono impegnarsi pienamente per un futuro di energia pulita.  Nei prossimi mesi, ogni Paese si è impegnato a presentare nuovi piani climatici nazionali – noti come Contributi Nazionali Determinati – con obiettivi per il prossimo decennio. Questi piani devono essere in linea con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius, devono coprire tutte le emissioni e tutti i settori e definire un percorso chiaro verso l’energia pulita. I Paesi del G20, responsabili di circa l’80% delle emissioni globali, devono assumere un ruolo guida.

 

In secondo luogo, dobbiamo costruire sistemi energetici del XXI secolo. Senza reti moderne e stoccaggio, le energie rinnovabili non possono esprimere il loro potenziale. Ma per ogni dollaro investito nelle energie rinnovabili, solo 60 centesimi sono destinati a reti e stoccaggio. Il rapporto deve essere di uno a uno.

 

In terzo luogo, i governi devono puntare a soddisfare la crescente domanda energetica mondiale con le energie rinnovabili. Anche le grandi aziende tecnologiche devono fare la loro parte. Entro il 2030, i data center potrebbero consumare tanta elettricità quanta ne consuma oggi il Giappone. Le aziende devono impegnarsi ad alimentarli con le rinnovabili.

 

In quarto luogo, dobbiamo integrare la giustizia nella transizione energetica. Ciò significa sostenere le comunità ancora dipendenti dai combustibili fossili affinché si preparino a un futuro di energia pulita. E significa riformare le catene di approvvigionamento dei minerali critici. Oggi sono infarcite di abusi dei diritti e di distruzione ambientale e i Paesi in via di sviluppo sono intrappolati in fondo alle catene di valore. Questa situazione deve finire.

 

In quinto luogo, dobbiamo fare del commercio uno strumento di trasformazione energetica. Le catene di approvvigionamento di energia pulita sono altamente concentrate e il commercio globale si sta frammentando. I Paesi impegnati nella nuova era energetica devono lavorare per diversificare le forniture, ridurre le tariffe sui beni energetici puliti e modernizzare i trattati di investimento in modo da sostenere la transizione.

 

Sesto e ultimo punto: dobbiamo spingere i finanziamenti verso i Paesi in via di sviluppo. L’anno scorso l’Africa ha ricevuto solo il 2% degli investimenti nelle energie rinnovabili, nonostante abbia il 60% delle migliori risorse solari del mondo. Abbiamo bisogno di un’azione internazionale per evitare che i rimborsi del debito prosciughino i bilanci dei Paesi in via di sviluppo e per consentire alle banche multilaterali di sviluppo di aumentare in modo sostanziale la loro capacità di prestito e di mobilitare molti più finanziamenti privati. Occorre anche che le agenzie di rating e gli investitori modernizzino le valutazioni del rischio, per tenere conto della promessa dell’energia pulita, del costo del caos climatico e del pericolo degli asset di combustibili fossili incagliati.

 

Una nuova era energetica è a portata di mano: un’era in cui l’energia abbondante, pulita e a basso costo alimenta un mondo ricco di opportunità economiche, in cui le nazioni hanno la sicurezza dell’autonomia energetica e il dono dell’elettricità è un dono per tutti.

 

Questo è il momento in cui abbiamo l’opportunità di potenziare il cambiamento globale. Cogliamola.

Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite