Riprendiamo l’intervista di dire tra Rosa Zafferani e Claudio Podeschi.
Podeschi (Pdcs)-Zafferani (Ddc), duello al centro
“Dc irriformabile: liberale, non popolare”- “Voi con i post comunisti per le poltrone”
BOLOGNA – Tradimento e coerenza; valori e radici; tradizione e novità; passato e futuro. Sono queste le parole chiave su cui si danno battaglia, in una intervista doppia, Claudio Podeschi, esponente della Democrazia cristiana sammarinese (Pdcs), e Rosa Zafferani, dei Democratici di centro (Ddc). Entrambi “cattolici impegnati in politica”, ma finiti su fronti opposti: il primo con la coalizione di centrodestra “Patto per San Marino”, la seconda con l’alleanza di centrosinistra “Riforme e Libertà”.
Nel 2006 eravate in corsa nella stessa lista. Oggi siete non solo in partiti, ma in coalizioni antagoniste. Chi è il “traditore” e chi il “tradito”?
PODESCHI: Giudichi Lei. Ci vuole poco a capire chi ha tradito. Oggi siamo in corsa in coalizioni antagoniste, noi democristiani opposti alla sinistra radicale e massimalista e i Ddc alleati della stessa sinistra, solo perché come Pdcs siamo finiti all’opposizione nonostante l’affermazione elettorale del giugno 2006. Se fossimo rimasti al governo, anche chi è uscito dal partito sarebbe restato, attaccato alla sua poltrona di governo. Ma all’opposizione poltrone non ce ne sono…
ZAFFERANI: Nel mio vocabolario, e credo anche in quello dei Democratici di Centro, non esiste il termine tradimento. Coerenza invece sì! E coerenza è stata quella che ci ha portato, dopo un percorso ragionato e politicamente sofferto, a lasciare il Partito Democratico Cristiano nel momento in cui, alle nostre richieste di cambiamento, si è risposto con l’insofferenza, la preclusione, quando non addirittura con l’arroganza. Oppure non si è risposto affatto. E’ stato in quell’occasione che abbiamo definitivamente compreso che la Dc, con quei vertici – che sono ancora gli stessi dei primi anni ’90 – non si sarebbe mai modificata. I fatti ci stanno dando ragione nella misura in cui ci confermano, se ce ne fosse bisogno, che gli uomini di punta della Dc hanno disatteso valori, principi e ideali per altre finalità e altri interessi, molto meno nobili. In buona sostanza hanno realizzato una vera e propria dissociazione fra le radici di provenienza e i comportamenti che da tempo stanno tenendo. A fronte di tutto ciò riteniamo che gli elettori di quel partito, ancorati tuttora a basi fondamentalmente sane, abbiano capito e provino grande disagio, per cui saranno loro, e i sammarinesi in generale, a stabilire se e chi sono i traditori e i traditi.
In entrambi gli schieramenti ci sono partiti che si riconoscono nell’area di “centro”. Qual è allora la differenza, dalla vostra prospettiva, tra centrodestra e centrosinistra?
ZAFFERANI: Invito chi lo voglia a leggersi i programmi delle due coalizioni. Da noi troverà attenzione e proposte interessanti sul sociale, sulla previdenza, sulla sanità, sul volontariato, sull’equità fiscale, su un modello di sviluppo sostenibile, sulla salvaguardia dell’ambiente. Quando si avventurerà nel programma del centrodestra si renderà conto, viceversa, di quanto esso sia basato su uno sviluppo economico di tipo liberistico e sia inconsistente, ad esempio, sui temi sociali. In tutto questo risulta con evidenza che il PDCS, azionista di maggioranza della coalizione, non è più, ormai, un partito popolare, pluralista e interclassista, ma si sta trasformando in un partito liberale, in cui i problemi delle categorie economiche prevalgono su quelli sociali. Ed è questo, dal mio punto di vista, il principale aspetto che ci differenzia.
PODESCHI: La differenza è evidente, più che palese: la coalizione della Zafferani e compagni è dominata dai post-comunisti, che non si presentano come centro, e numericamente sono in prevalenza rispetto agli altri della stessa coalizione. Da noi, nel Patto per San Marino, invece, c’è un’evidente presenza di moderati.
E quali sono le “carte vincenti” dei vostri rispettivi partiti? Tra quelle della Dc, indicate anche il sostegno non tanto velato di Monsignor Negri?
PODESCHI: E’ noto che la Chiesa, nel corso della sua millenaria storia, ha sempre espresso il suo punto di vista, arrivando anche a prendere più o meno chiaramente- a volte con moderazione, a volte in maniera più marcata- posizione in ambiti politici. Non è la prima volta che succede nel nostro paese. Le nostre carte vincenti sono note: coerenza, serietà e persone capaci.
ZAFFERANI: Noi affrontiamo il giudizio degli elettori con la serenità e la determinazione di un Movimento giovane, autonomo, orgoglioso e combattivo, costituitosi per far sì che la politica possa finalmente cambiare rotta e individuare una via d’uscita dalla crisi in cui si trova. Della quale noi non solo siamo consapevoli, ma vogliamo anche dare risposte convincenti ed efficaci per superarla. Lo facciamo, laicamente, da cattolici impegnati in politica, restando interpreti fermi e fedeli di quella tradizione democratica e cristiana ispirata alla dottrina sociale della Chiesa e tenendoci a saggia distanza da un uso improprio della religione.
Da un lato la Democrazia Cristiana celebra 60 anni dalla sua fondazione. Dall’altro i Ddc rivendicano di essere la vera alternativa alla Dc. Il 9 novembre i sammarinesi sceglieranno la tradizione o la novità?
ZAFFERANI: La tradizione ha, per San Marino, un significato alto e coinvolgente, che assume, in molte sue espressioni, una dignità quasi sacrale. Il nuovo è il presente ed è il futuro, a cui uno Stato che si è solidamente affermato in Europa e nel mondo non può certo rinunciare. E allora la sintesi che noi facciamo, e che intendiamo rendere operante, è quella di scommettere sul nuovo senza rinnegare la tradizione. E’ possibile, anzi è doveroso!
PODESCHI: La risposta su questo è scontata, visto che nella nostra area ci sono migliaia d’iscritti e che il Pdcs può vantare oltre 60 anni di gloriosa storia. Inoltre, per definire novità, per indicare come il nuovo della politica persone come Cesare Gasperoni, Sante Canducci e così via scorrendo l’elenco dei leader dei Ddc, mi sembra serva molta fantasia…
Siete entrambi due politici di lungo corso, con una esperienza comune nella Democrazia Cristiana. Ad oggi, malgrado due anni all’opposizione e la coesistenza difficile di anime diverse, resta uno dei principali partiti sammarinesi. Come vedete il suo futuro?
PODESCHI: Per la Dc vedo un futuro di conferme e soddisfazioni. Del resto il Pdcs non ha mai avuto bisogno di mascherarsi, di cambiare nome a causa del fallimento della propria ideologia e, nel corso degli anni, anche da un ruolo di opposizione, è sempre stato il partito di maggioranza relativa e quindi il punto di riferimento nel panorama politico sammarinese. Non è un caso che anche chi si è allontanato dal partito, in tantissimi casi, è poi rientrato. Dunque, non ho dubbi nel credere che noi democristiani avremo un futuro roseo.
ZAFFERANI: Con i dirigenti attuali per la Dc vedo solo passato e non futuro. Oltretutto non si capisce se essa sia ancora un partito o un “residence”, dove chiunque trova ospitalità: dagli sbiaditi indipendenti, ai fuggiaschi di ritorno, alle quinte colonne dei cementificatori. Ma la Dc vera, quella che ha sessant’anni “benedetti”, c’è ancora? Intanto chi vota il Santo Marino paga uno e acquista tre. Che, a dirla così, sembrerebbe anche conveniente. Ma piacerà agli elettori storici o farà loro storcere il naso e magari li indirizzerà verso altri simboli? Siamo proprio noi, Democratici di Centro, che ci sentiamo impegnati a raccogliere l’eredità di una Dc che non c’è più nella casa originaria, ma che, invece, ha il diritto e la missione di continuare ad essere punto di riferimento per i cittadini della Repubblica.
A pochi giorni dalle elezioni, lanciate un appello ai sammarinesi per chiedere il loro voto.
PODESCHI: Agli elettori dico: votateci e, con spirito di servizio e amore per la nostra Terra, riporteremo San Marino a vivere nel benessere a cui era abituato e dove i Sammarinesi meritano di vivere.
ZAFFERANI: I Sammarinesi sono persone libere, mature e consapevoli. Sanno scegliere benissimo da soli e tanti, nel loro intimo, lo hanno già fatto. Gli appelli sono spesso demagogici, ridondanti e soprattutto – a me pare – inefficaci. La gente giudica i comportamenti, i fatti e le qualità personali. Da questo punto di vista ritengo che i Democratici di Centro non siano secondi a nessuno.
fonte: dire