Un libro di storia che è esso stesso storia. “San Marino 1462 – 1463. I Patti di Fossombrone e la bolla di Pio II” è infatti la nuova edizione del volume presentato nel 2017 a Milano come pubblicazione degli atti del convegno celebrato nel 2013 in occasione del 560esimo anniversario di un atto divenuto caposaldo della storia sammarinese. Il volume è stato realizzato con il sostegno di Banca di San Marino, il contributo scientifico della Società di studi storici del Montefeltro, il patrocinio del Congresso di Stato, dell’Ambasciata d’Italia, della diocesi San Marino – Montefeltro.
A Villa Manzoni: autorità, studiosi, i vertici di BSM e di ECF, tantissimo pubblico hanno fatto da cornice alla presentazione ufficiale di questo libro che è bello, di alto valore scientifico e gradevole da consultare anche grazie ad un apparato iconografico pregiatissimo. “Frutto di tante eccellenze” ha precisato il curatore Carlo Colosimo. “A Fossombrone si è scritto un capitolo importante della storia sammarinese ed i Patti ivi sottoscritti costituiscono il culmine di un percorso che sarebbe proseguito anche nei lustri successivi”.
“Siamo particolarmente legati alla tematica trattata – ha detto il presidente BSM Raffaele Bruni – in primis per motivi storici ed identitari: infatti, oltre a rappresentare un evento decisivo per la vita di San Marino, la nostra banca è nata proprio a Faetano, uno dei quattro Castelli annessi alla Repubblica grazie alla bolla emessa da Papa Pio II nel 1463”.
Un libro che è la storia di due famiglie: i Malatesta e i duchi di Urbino, ma anche la storia di due Stati che ancora non sono Stati. Per i sammarinesi, una storia di intraprendenza da parte di una comunità che ha saputo sfruttare le occasioni a suo vantaggio. Una storia anche di scaltrezza, dal momento che erano stretti tra due potenze accumunate da tensioni espansionistiche, ma che i sammarinesi hanno affrontato senza improvvisazioni, Infatti, da oltre due generazioni, avevano inviato i loro giovani alle cancellerie delle potenze vicine. Ne sono tornati notai e cancellieri, che hanno costituito una classe di negoziatori di grandi competenze. Il risultato ottenuto con la bolla di Pio II, ovvero il raddoppio dell’estensione territoriale di San Marino, è rimasta tale quale fino ai giorni nostri. “Ci sono momenti in cui si è saputo costruire stabilità” ha notato nel suo saluto l’Ambasciatore d’Italia Fabrizio Colaceci.
L’apparato scientifico del volume conta autori di grandissimo rilievo, come Anna Falcioni, Francesco Lombardi, Marcello Simonetta, Oreste Delucca, Massimo Leonardis e due notissimi studiosi sammarinesi: Cristoforo Buscarini e Michele Conti.
Alessandro Marchi, del consiglio direttivo Studi Montefeltrani, ha curato il capitolo sull’arte e l’architettura, elementi che hanno contraddistinto le due famiglie più potenti della zona e che hanno dato vita al Rinascimento dell’Adriatico chiamando, presso le rispettive corti, artisti come Leon Battista Alberti e Piero della Francesca, oltre a molti altri. “Se l’aperta contesa tra i due – ha annotato Marchi – si consuma violentemente con le armi, parimenti viene sublimata con le opere d’arte e dell’ingegno: anzi fu forse proprio in questo campo che i due vollero sferrarsi i colpi più micidiali. Prima il castello e poi il tempio, a Rimini: Sigismondo; il palazzo con la sua biblioteca: Federico”.
Grande maestra della ricostruzione storica su basi scientifiche e documentali è la Società di studi storici per il Montefeltro, rappresentata a Villa Manzoni dal suo presidente Lorenzo Valenti. Una realtà culturale fondata nel 1970, promotrice di convegni e collane librarie. Sono 95 i titoli al suo attivo, che racchiudono non solo l’impegno della società, ma le radici e l’anima di un territorio che non è una regione, non è una provincia ma ricalca i confini dell’omonima diocesi. E a rappresentare la dimensione religiosa, che lega tanti eventi e la stessa identità comunitaria, in conclusione dei lavori è intervenuto il Vescovo Emerito Andrea Turazzi. “Auguro lunga vita a questo cenacolo di ricercatori, al quale mi unisce la simpatia più che le competenze. Dico grazie alla Fondazione Banca di San Marino che, in ossequio alla propria vocazione, si è fatta mecenate di questa pubblicazione e interprete dell’esigenza sempre viva di legame con il territorio e con la sua storia”.