Il Bail-in? Senza l’ASSET… dell’avv. Achille Campagna

riceviamo e pubblichiamo

Nella zuppa di informazioni sul sistema bancario sammarinese – e nell’inerzia dello Stato nel tutelarlo – un articolo spicca per impatto.

Mi riferisco all’articolo di “Libero”, a firma Nino Sunseri, del 19 gennaio 2018, in cui si adombra il bail-in – precisato in questa sede che il Fondo Monetario, nel suo statement (link), non chiede al paese di farlo.

Permettetemi anche di precisare che nessuno, dico nessuno, ad oggi ha mai perso un centesimo depositato in una banca sammarinese.

Tornando all’oggetto del discorso e volgarizzando, il bail-in è il contrario del bail-out, salvataggio dall’interno al posto di salvataggio dall’esterno, nell’uno vengono tolti forzosamente dei debiti o passività, nell’altro viene aggiunto capitale o apporti ad esso assimilabili.

Quindi, Libero ci dice che il Fondo Monetario avrebbe chiesto allo Stato di fare un bail-in, cioè di imporre un sacrificio ai creditori, di decurtare, con un provvedimento, i debiti delle banche.

Quali sono i debiti delle banche?

I più tradizionali debiti delle banche sono i nostri depositi, ovverosia il conto in banca, quello attivo, dei nostri risparmi, poi ci sono i certificati di deposito della banca, le obbligazioni della banca, etc., mentre non fa parte di questa categoria, ad esempio, l’azione o il titolo che compro in borsa e che la banca mi tiene in custodia su di un dossier-titoli.

Quali sono i creditori delle banche?

Siamo noi, i correntisti, oltre a tutti gli altri soggetti che a vario titolo prestano, investono nella banca o forniscono alla stessa beni e servizi, o ci lavorano, oltre al Fisco.

Ciò detto, sembrerebbe che, a quanto dice Libero, il Fondo Monetario starebbe caldeggiando una soluzione per risolvere i guai del nostro sistema, in cui non verrebbero intaccati i depositi, ma le obbligazioni e le azioni sì.

In caso ciò si verifichi, rimango sconcertato da una riflessione, ossia che i saldi dei conti correnti ASSET BANCA sono stati – al netto della quota cash – convertiti in obbligazioni di CARISP (anche se senior) a seguito della nota cessione in blocco di rapporti.

Quindi, se fosse vero quello che dice Libero, e facessimo oggi un bail-in annullando o decurtando il valore delle obbligazioni (senior ed ovviamente le subordinate, oltre agli strumenti di capitale) delle banche sammarinesi, fra queste sarebbero incluse quelle consegnate da CARISP ai correntisti ASSET in cambio dei loro depositi, così commettendo una discriminazione.

Discriminazione che secondo la mia opinione è spaventosa, poiché, al tempo del commissariamento di ASSET doveva essere adottata una soluzione di sistema, mentre si è intervenuti su di una sola banca con una soluzione che oggi (in caso di bail-in) impone delle perdite a risparmiatori che dovrebbero invece essere trattati alla pari degli altri correntisti delle banche del sistema.

Per fare un esempio, se venisse ipoteticamente imposto al sistema un bail-in del 10% sulle obbligazioni senior, 100% delle subordinate, oltre a spazzar via gli azionisti, il correntista cliente di una qualsiasi banca sammarinese, con depositi a vista o certificati di deposito a breve scadenza, non avrebbe di che temere, mentre l’ex cliente ASSET, per la parte dei suoi risparmi convertita in titoli obbligazionari, subirebbe il bail-in, perdendo il 10% del valore nominale.

Così un bail-in coinvolgerebbe ingiustamente i depositanti ASSET, divenuti obbligazionisti CARISP, quando i presupposti per una soluzione di sistema erano già evidenti all’epoca del commissariamento, prima, e dell’avvio della liquidazione coatta, poi.

Concludo con una riflessione di ordine tecnico, dicendo che un bail-in in versione radicale, e a questo punto dico per fortuna, non è al momento attuabile per mancanza di una legge che lo renda possibile.

Avv. Achille Campagna